Thailandia, le proteste contro la chiusura di Pornhub
Le proteste e le manifestazioni in Thailandia non si arrestano. Dopo la decisione del governo di bandire Pornhub e altri 190 siti web di pornografia, la rabbia sui social media è dilagata per poi approdare nelle piazze. I manifestanti si sono radunati davanti al Ministero della società digitale. Il ministro dell’Economia e della società digitale ha dichiarato che il blocco fa parte degli sforzi dell’esecutivo per limitare l’accesso alla pornografia e ai siti web di gioco d’azzardo, che sono illegali in Thailandia
La campagna su Twitter contrassegnata dall’hashtag #SavePornhub (Salviamo Pornhub) non è tardata ad arrivare. La Thailandia è stata uno dei 20 paesi con il traffico giornaliero più alto su Pornhub nel 2019. La permanenza media sul sito è stata di 11 minuti e 21 secondi. Per Emilie Pradichit, direttrice della Manushya Foundation, che si batte per i diritti digitali, la decisione di bloccare Pornhub ha dimostrato che la Thailandia è "un paese di dittatura digitale, con i conservatori al potere che cercano di controllare ciò che i giovani possono vedere in rete".
Commenti