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Esteri
Trump scatenato: "Biden? Una disgrazia, torno io e chiedo i danni alla Cina"
Donald Trump nel suo travolgente discorso alla Convention repubblicana 

Donald Trump si riprende la scena del dibattito politico americano con il suo tipico stile roboante. A cinque mesi esatti dall'assalto a Capitol Hill dello scorso 6 gennaio, l'ex Presidente degli Stati Uniti ha fatto la parte del mattatore alla convention repubblicana nella Carolina del Nord. 

Definendo i Democratici “dei violenti che in molti casi odiano il nostro paese e hanno cattive politiche”, Trump è tornato sul tema delle elezioni “rubate”, definendole “da terzo mondo” e aggiungendo: "Non dobbiamo consentire che accada mai più".

Oltre a sbandierare ottimismo sulle prossime consultazioni (“Vinceremo tutte le importanti corse al Senato nella Carolina del Nord ponendo le fondamenta perché i repubblicani vincano il grande Stato tra un anno e aspetto con impazienza il 2024"), Trump ha detto che i Repubblicani sono “più forti che mai” e che torneranno al poter “prima di quanto pensiate”.

Dichiarazioni che seguono le sconcertanti anticipazioni dei giorni scorsi, con le quali Trump ha alimentato l'idea che sarebbe tornato alla Casa Bianca entro questa estate. Ma su quali basi? Non esiste alcun termine di legge che consenta una cosa del genere e che ha spinto Jim Acosta, anchorman della CNN, a commentare le dichiarazioni dell'ex Presidente in modo decisamente tranchant: “Lei non sta bene, Signore. Se ne deve fare una ragione”.

Il riferimento è ovviamente alla sconfitta elettorale contro Joe Biden tutt'altro che digerita, come dimostrano i toni scoppiettanti che Trump ha usato nel suo secondo discorso dopo l'uscita dalla Casa Bianca: oltre ad annunciare “un incredibile 2022”, il tycoon ha fatto letteralmente a pezzi il presidente in carica, definendolo “l'amministrazione più radicale della storia americana e una disgrazia per il Paese".

Altrettanto severo il giudizio nei confronti di Anthony Fauci, immunologo che ha gestito la risposta americana al Covid: “Non è un grande medico ma è un grande promoter. Gli piace andare in Tv più di quanto non piaccia ai politici".

Ovviamente Trump ha calcato la mano sulle indagini riguardanti l'eventualità che il virus sia nato in un laboratorio cinese, ipotesi che gli ha consentito di ritirare fuori un suo cavallo di battaglia: “I media e i democratici ora stanno ammettendo che l'origine del virus sia in un laboratorio del governo cinese. Io lo chiamo 'virus cinese', perché voglio essere accurato", ha aggiunto, prima di annunciare che chiederà un assegno da 10.000 miliardi di dollari alla Cina come risarcimento per la crisi pandemica. Anche in questo caso, verrebbe da chiedersi a che titolo intende farlo. 

Inoltre, Trump si è auto-attribuito il merito della campagna vaccinale: “Se non avessimo avuto celermente il vaccino, il numero dei morti sarebbe stato impensabile, saremmo in un mare di guai in questo momento".

Senza freni, Trump ha sparato anche contro Mark Zuckerberg e Facebook, che lo ha bandito fino al gennaio 2023: “Dicono che potrebbero farmi tornare tra due anni, ma non sono molto interessato a farlo. È così ingiusto, non solo per me: stanno silenziando le voci di un gruppo molto più potente e grande".
 

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