Unione europea verso la svolta (nonostante Orban), prime prove di superamento del voto unanime dei 27 - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 15:31

Unione europea verso la svolta (nonostante Orban), prime prove di superamento del voto unanime dei 27

La strategia del presidente Costa (nonostante Orban)

di Vincenzo Caccioppoli

Costa avrebbe parlato del dossier anche con diversi leader europei, tra cui Meloni, ricevendo una da quasi tutti una prima adesione di massima

Secondo la rivista Politico, il Presidente del Consiglio Europeo António Costa starebbe guidando un'iniziativa per far avanzare la domanda di adesione dell'Ucraina all'UE, nonostante persista l'opposizione dell'Ungheria. Si tratterebbe come scrive il giornale di un chiaro tentativo di superare la regola, sancita dai trattati europei, della unanimità del voto dei 27 che fino a questo momento ha impedito che venissero fatti passi avanti in questo senso. Una regola quella del voto unanime dei 27, considerata da molti europeisti come obsoleta, dal momento che mettere d'accordo 27 paesi è una cosa complicatissima e sfiancante.

Una regola che forse poteva funzionare qualche anno, ma che ora, sempre secondo molti osservatori, renderebbe lentissimo il processo decisionale dell’Unione: e quindi sempre più inadatto, per esempio, a rispondere a crisi ed emergenze come una pandemia o, come sta accadendo proprio ora, una guerra ai confini dell’Europa. Dall’altra parte la necessità di trovare una posizione comune su qualunque cosa ha rafforzato il “peso specifico” dell’Unione Europea, in questi anni. Il resto della comunità internazionale sa bene che, quando l’Unione Europea prende una decisione lo fa in modo unito e compatto.

Diversi altri osservatori fanno notare inoltre che difficilmente le cose potranno cambiare: sia perché gli stati più piccoli tengono molto al proprio potere di veto, sia per una specie di cortocircuito: per cambiare i trattati europei che impongono l’unanimità serve una decisione unanime. Ed è per questo motivo che il tentativo di Costa, che sta cercando di dare una svolta al troppo paludato Consiglio europeo dell’ex presidente Charles Michel, desta curiosità e allo stesso tempo perplessità.

Secondo quello che scrive Politico, infatti, citando fonti di alto livello, il presidente del Consiglio europeo starebbe già sondando il sostegno delle capitali dell'UE per semplificare il processo di adesione dei nuovi membri e superare la situazione di stallo sulla potenziale adesione di Ucraina e Moldavia. Ma che per Costa si tratta di una delle priorità è dimostrato anche da fatto che in due occasioni, quest’anno, il presidente al consiglio europeo avrebbe permesso di portare avanti alcune conclusioni del Consiglio europeo, anche senza il sì ungherese, utilizzando un semplice stratagemma che non era mai stato usato in precedenza.  

Costa ha semplicemente considerato che l’impossibilità di pubblicare conclusioni formali del Consiglio europeo in caso di veto da parte di uno Stato membro (a causa appunto della regola dell’unanimità che vige per quasi tutte le decisioni di questa istituzione), poteva essere aggirata con la pubblicazione delle posizioni degli altri Ventisei – una maggioranza schiacciante – in un formato diverso, finora non previsto (un “documento allegato”), ma sostanzialmente equivalente alle conclusioni, e percepito come tale, ovvero come la posizione dell’Ue al suo massimo livello politico. Il voto in Moldavia, dove il partito filoeuropeista avrebbe vinto di stretta misura, salutato con entusiasmo sul social X da Costa, (“Hanno scelto la democrazia, la riforma e un futuro europeo, nonostante le pressioni e le interferenze della Russia L’Ue è al fianco della Moldavia.

In ogni fase del percorso”) lo avrebbe convinto di dare una decisa accelerazione al suo progetto. Ed è proprio per questo che lui vorrebbe di concerto con la presidente Von der Leyen, da sempre favorevole ad una modifica della regola dell'unanimità nel voto dei 27, portare avanti un temerario, per certi versi, tentativo di aggirare il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán, che aveva già utilizzato il veto del suo Paese per bloccare il percorso dell'Ucraina verso l'adesione all'Unione. La Moldavia, che è anche un candidato ufficiale all'adesione all'UE, è associata a Kiev nel processo di adesione e non può procedere finché persiste l'impasse.

Secondo la proposta di Costa, i cosiddetti cluster negoziali – fasi legali fondamentali nel percorso verso l'adesione – potrebbero essere aperti con il consenso di una maggioranza qualificata dei paesi dell'UE, anziché con un accordo unanime. La chiusura di un cluster richiederebbe comunque il sostegno di tutte le capitali dell'UE, ma lo standard più basso per l'apertura dei negoziati consentirebbe a Ucraina e Moldavia di avviare le riforme necessarie per dimostrare i progressi compiuti verso gli standard UE in specifici settori politici. Potrebbero portare avanti le loro richieste di adesione anche se uno o due paesi si oppongono, secondo una fonte a conoscenza del piano.

Sempre secondo alcune fonti, Costa avrebbe parlato della cosa, anche con diversi leader europei (tra cui Giorgia Meloni, incontrata due settimane fa) ricevendo una da quasi tutti una prima adesione di massima.  "L'allargamento è una priorità importante per il presidente del Consiglio europeo", ha affermato uno dei funzionari alla stampa. "Lo considera l'investimento geopolitico più importante che l'UE possa fare. Ecco perché ritiene importante continuare a discutere le strade per garantire che gli sforzi di riforma dell'Ucraina possano tradursi in passi concreti." Insomma, se la cosa dovesse andare in porto potrebbe essere un primo importante passo verso il superamento della regola dell’unanimità di voto, una vera e propria prima rivoluzionaria importante modifica dei vecchi trattati europei, che, da troppo tempo, sono in attesa di una loro radicale riforma.

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