Esteri

Usa: Covid, inflazione e questione russa. Fallimento Biden, nostalgia Trump…

L'opinione di Gianni Pardo

Trump, nel bene e nel male, è un giocatore di poker: Joe Biden di canasta. O di ramino. Negli Stati Uniti si rimpiange il Tycoon

Usa, Biden in affanno: c'è già (dopo solo un anno) chi ha nostalgia di Trump

Non sono uno specialista di cose americane e rischio di scrivere delle inesattezze. Ma non è necessario essere competenti zoologi per dire, se ne incontriamo uno: “Quello è un elefante”. Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden è in gravi difficoltà. I sondaggi dicono che è in calo di popolarità, ben più di Donald Trump dopo un anno in carica. Malgrado la sua chiara vittoria nel 2020, il sistema americano di checks and balance gli crea notevoli difficoltà al Congresso.

La pandemia è un disastro imparabile, qualunque cosa faccia in questi casi un Presidente. L’inflazione ha ripreso a galoppare, tanto che si prospettano costosi rimedi. Il ritiro dall’Afghanistan – che non può essere definito precipitoso perché se ne parlava da anni – per le modalità con cui è stato attuato ha seriamente danneggiato l’immagine dell’America. Si direbbe che il povero Biden abbia il tocco magico al contrario: qualunque cosa faccia gli va male.

Forse, per quanto riguarda l’Afghanistan, ha agito come ha agito perché ha avuto la sensazione che o strappava la soluzione con la forza, brutalmente, o gli si sarebbe fatto pagare anche questo ennesimo ritardo. Di fatto, questa mossa gli viene addebitata come la peggiore che potesse fare. Infine – ed è la cosa peggiore – in questi giorni sta commettendo il più grave degli errori: sta permettendo alla Russia di minacciare d’invasione uno Stato europeo senza prospettare una simmetrica, devastante risposta. Cosa che sarebbe stata l’unica valida, in campo internazionale.

Come si sa, Mosca pensa di invadere l’Ucraina per punirla della possibile intenzione di aderire alla Nato. Un’alleanza difensiva che potrebbe molto piacere all’Ucraina proprio perché teme di essere invasa dalla Russia, come lo temono gli Stati Baltici e la Polonia. Sembra veramente paradossale che Putin dica: “Cara Kiev, dal momento che temi tanto di essere invasa dalla Russia, per punirti ti invado veramente”. Ma qui siamo in politica internazionale e poco importa chi fa che cosa e con quale ragione. Importa soltanto sapere se ciò che fa può danneggiarci e che cosa possiamo fare per difenderci. Nel caso specifico, vedo commettere errori mostruosi.

L’Europa – come sempre imbelle e parolaia - sta a guardare come se la cosa non la riguardasse. Gli Stati Uniti di Biden che ripetono continuamente che l’Occidente non risponderà alla forza con la forza, ma con la diplomazia e le sanzioni. Sanzioni che da sempre fanno sorridere la Russia. Se il popolo russo ha potuto subire settant’anni di comunismo, con le code infinite per le patate (quando c’erano) figuriamoci se può spaventarsi per qualche privazione. E poi l’Occidente ha già applicato delle sanzioni, dopo lo scippo della Crimea, senza che la Russia abbia fatto una piega.

 

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