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Usa, il voto della Virginia preoccupa Biden. L'ombra di Trump dietro YoungKin
 Joe Biden
Lapresse

L’elezione del 2 novembre in Virginia è una delle due elezioni di Governatorato (la seconda sarà nel New Jersey) che serviranno da cartina di tornasole sul successo o sul flop dei primi nove mesi di Joe Biden. E, purtroppo per Biden, arrivano in un momento in cui il suo livello di gradimento agli americani è ai minimi. Ma non solo, il risultato potrebbe fare anche capire se Donald Trump ha davvero qualche chance per ritornare in corsa nel 2024.

Al momento tutto sta muovendosi in maniera normale e i sondaggi danno Terry McAuliffe in vantaggio di 10 punti sul nuovo arrivato della politica, l’imprenditore Glenn Youngkin. Se i Dem perderanno sarà la prima volta in ben 12 anni. Nonostante tutto la paura di perdere è reale e mette nervoso lo stesso candidato che non nasconde il fatto che tutto avviene in un momento in cui “sfortunatamente il presidente è impopolare”.

Un Biden che, a sorpresa, si è mosso solo due volte per sostenerlo. Ed i temi portati ad Arlington da Biden, su un territorio di quasi 9 milioni di abitanti, sono stati  tutti nazionali come quelli dell’aborto, dell’obbligo o meno della vaccinazione, delle mascherine nelle scuole e nei collegi e della sanità. Ma sulla campagna l’ombra di Trump è sempre rimasta alle spalle dei candidati. McAuliffe ha continuato a ripetere ai suoi elettori di vedere, dietro la faccia di Youngkin, quella del tycoon, con tutti i suoi contro come il convincimento antiabortista o la vecchia e mai morta teoria del complotto alle elezioni passate.

Gli annunci televisivi, pagati dal democratico ben 17 milioni di tasca propria, dicono che l’uomo è da sempre democratico, amico dei Clinton, favorevole all’aborto, morbido con l’immigrazione e favorevole e ridurre il budget della polizia, considerato troppo dura.  Dal 2014 al 2018 è già stato Governatore in Virginia.

Nel secondo faccia a faccia tra i due il democratico è uscito però con una frase che potrebbe, forse non aiutarlo “ non credo che i genitori debbano insegnare alla scuola come fare per educare i figli”. E su questa scivolata Youngkin ha subito cavalcato un’idea che in America sta prendendo piede. Un’idea secondo la quale la cultura “woke” (quella cioè di chi non appartiene alla classe ritenuta dominante) sta distraendo i cittadini dai problemi reali per focalizzarla su temi come quelli del Me Too, relativi alla diversità di genere.

Interessante in un recente sondaggio di Ypsos è notare come il 50% dei padri, repubblicani o democratici, si oppongono a piani di studio che pongano l’accento sulla teoria critica razziale ed in realtà vorrebbero poter dire la loro sull’educazione scolastica dei propri figli.

In ogni caso quello che più preoccupa tutto il mondo democratico in queste elezioni è la tradizione avversa. Dal 1969 la Virginia ha eletto solo una volta come Governatore un membro del partito che controllava la Casa Bianca. Ma quell’unica volta vincente fu proprio lo stesso McAuliffe. Riuscirà il dem a sfatare la tradizione sfavorevole e a ripetere la vittoria? Sarebbe per lui un grande successo e per il suo Presidente Biden un utile tranquillante.

 

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