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Grecia/ Più lontano l'accordo entro l'11 maggio. L'Ue taglia le stime di crescita. Borse ko. Spread a 130

Si complica la situazione della Grecia. Secondo il Financial Times, il Fmi avrebbe chiesto durante l'Eurogruppo svoltosi la scorsa settimana a Riga agli altri due membri dell'ex troika (i creditori istituzionali della Grecia, oggi Gruppo di Bruxelles), Commissione europea e Bce, una svalutazione (sarebbe il secondo haircut dopo quello del 2012) del debito del paese ellenico, senza la quale Washington avrebbe minacciato di non versare la quota di sua competenza (pari a circa la metà) dei 7,2 miliardi di euro, ultima tranche del prestito internazionale concordato dal precedente governo greco ai tempi di Papandreou, che verranno versati ad Atene una volta stretta l'intesa su un piano di riforme economiche. Il ministro tedesco delle Finanze,Wolfgang Schaeuble, ha smentito il fatto che Poul Thomsen, capo del dipartimento europeo del Fmi abbia fatto queste richieste di un nuovo haircut del debito greco a Riga, anche perché a pagare la ristrutturazione sarebbero solo gli europei, non certo l’Fmi che i soldi prestati li rivuole tutti indietro per statuto. Anzi non può prestare soldi se non c’è la certezza della loro restituzione. Le indiscrezioni, però, restano nell'aria e a complicare ulteriormente il quadro di Atene ci si son messe anche le dichiarazioni rilasciate da Schaeuble e quelle dell'omologo greco, Yanis Varoufakis.
Quest'ultimo ha detto che non si attende un accordo definitivo tra Atene e i suoi creditori alla prossima riunione dell'Ecofin fissata per l'11 maggio, alla vigilia di una cruciale scadenza di un credito del Fondo monetario internazionale. Il 12 maggio, infatti, le casse greche dovranno versare circa 760 milioni all'organizzazione guidata da Christine Lagarde, seconda parte di rimborsi per circa 1 miliardo che scadono nella prima parte di maggio. Lo stesso Varoufakis, parlando da Bruxelles dopo un incontro con il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha detto che "l'11 maggio ci saranno sicuramente discussioni proficue che confermeranno i grandi progressi fatti e verrà fatto un ulteriore passo verso un accordo finale".
Il problema è che le casse greche sono a corto di liquidi e si teme che un mancato rimborso faccia scattare conseguenze legali per Atene. Alcuni analisti ritengono sempre possibile entrare in un periodo di grazia, che di fatto sterilizzerebbe la posizione greca per un mese abbondante, ma lo spettro del default tecnico resta dietro l'angolo.
Il Brussels Group, l'erede della Troika, sta accelerando la corsa per riuscire a presentare ai ministri finanziari che si riuniranno lunedì prossimo nella capitale belga i vari elementi del pacchetto di riforme che la Grecia dovrà successivamente dettagliare sia per l'impatto sull'economia e le finanze pubbliche sia con misure e tempi di attuazione. Stando a fonti Ue, questo potrebbe essere il primo gradino per arrivare successivamente a un accordo. Il commissario Moscovici ha detto che lunedì si spera di avere sul tavolo "un programma coerente, completo e dettagliato". Ma il ministro delle Finanze tedecsche, Schaeuble, ha detto di non aspettarsi decisioni "conclusive". "Le istituzioni internazionali stanno trattando con la controparte greca", ha siegato, "siamo tutti stupiti del fatto che sia stato sprecato tutto questo tempo. Dalle elezioni di febbraio è passato tanto tempo, oggi è il 5 maggio". "Secondo tutte le informazioni l'atmosfera è diventata più costruttiva", ha aggiunto Schaeuble. "Da lunedì, da ieri, per la prima volta abbiamo la situazione in cui alle trattative sono presenti sia i tecnici che i politici, una condizione necessaria per arrivare a obiettivi concreti". "La nostra posizione è sempre la stessa: aiutiamo per quel che possiamo, nel senso che aiutiamo ad aiutarsi", ha chiosato il ministro tedesco. "Ma naturalmente gli aiuti non sono una cosa scontata. Dipende ora dalla Grecia se questo aiuto avrà senso".
Così le Borse europee hanno ingranato la retromarcia. Piazza Affari ha chiuso in calo di oltre il 2%, proprio sui nuovi timori per la Grecia a rischio default. Atene perde il 3,85%. Lo spread torna sopra 130 punti. Pesa negativamente anche Wall Street che risente dei dati della bilancia commerciale Usa. A marzo il deficit commerciale statunitense sale al top dal 2008, lasciando presagire una revisione al ribasso del Pil americano. La rettifica del Pil che nel primo trimestre e' salito solo dello 0,3%, lascerebbe presagire una contrazione dell'economia statunitense. Londra lascia sul terreno lo 0,84% a 6.927,58 punti. Francoforte arretra del 2,51% a 11.327,68 punti, Parigi del 2,12% a 4,974,07 punti e Madrid del 2,59%.