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Innovazione
Usa, nasce da IBM “Eagle” il più potente computer quantistico

Usa, nasce da IBM "Eagle", il computer quantistico top al mondo

Mentre Mark Zuckenberg sta impegnando migliaia di ingegneri nello sviluppo del mondo metaverso, quello degli avatar che ci sostituiranno nel quotidiano, la guerra sull’informatica quantistica tra Cina e Stati Uniti avanza a suon di milioni di dollari di investimenti in ricerca. Certo, perchè l'informatica quantistica rivoluzionerà tutto il mondo dell’informatica, aumentando esponenzialmente la potenza di calcolo delle macchine. In questo campo gli investimenti cinesi non hanno rivali. In tre anni, dal 2017 al 2020 i programmi di calcolo quantistico nei centri di ricerca cinesi sono stati sostenuti dalla cifra “monstre” di 10 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti, del canto loro, ne hanno messi a budget 12 di miliardi di dollari spalmati in qualche anno in più fino al 2023, mentre l’Europa, il terzo attore, quello più “povero”, ha preventivato di spenderne 10 miliardi fino al 2026.

Usa, nasce da IBM "Eagle", il computer quantistico top al mondo

In questa guerra i cervelli pensanti più avanti nella ricerca sono quelli di IBM e Google che stanno lavorando per produrre il primo computer quantistico commerciale. Un po’ più indietro Intel e Microsoft.

Al momento gli USA potrebbero segnare un punto a loro favore nello score virtuale, anche se tutti sono convinti che la tigre asiatica è ancora la favorita alla vittoria finale. Questo punto a favore arriva grazie a IBM con il suo Eagle, presentato oggi. Eagle è un processore quantistico a 127 bit, o qubit. La sua potenza raddoppia quella di Zuchongzhi, sviluppato da ingegneri dell'Università della Scienza e della Tecnologia della Cina e dell'Università Tsinghua di Pechino, fino ad ora considerato il più avanzato. I dati pubblicati su Science  raccontato meraviglie di Eagle come ad esempio un problema di generazione di numeri causali risolto in soli tre minuti rispetto ai più potenti supercomputer classici del pianeta che invece avrebbero impiegato 600 milioni di anni.

Usa, nasce da IBM "Eagle", il computer quantistico top al mondo

“Eagle è una pietra miliare perché supera la barriera dei 100 qubit. Ha già raggiunto il limite in cui la sua potenza di calcolo non può più essere simulata con i processori classici”, ha detto afferma Zaira Nazario, responsabile tecnico di Teoria e applicazioni di Quantum Computing di Ibm. Secondo l'azienda , il numero di bit classici necessari per eguagliare la potenza di calcolo del processore da 127 qubit supera il numero totale di atomi negli oltre 7,5 miliardi di persone in vita oggi.

"L'arrivo del processore Eagle è un passo importante verso il giorno in cui i computer quantistici potranno superare i computer classici a livelli significativi", ha confermato Darío Gil, vicepresidente di IBM e direttore della ricerca. L'azienda tecnologica intende avere un nuovo processore da 433 qubit pronto il prossimo anno e, entro il 2023, altri 1.121.

Usa,nasce da IBM "Eagle", il computer quantistico top al mondo

I computer convenzionali funzionano con un sistema binario: quello delle cifre 0 e 1. Quegli 0 e 1, i bit, sono tradotti nel mondo fisico in minuscole correnti elettriche prodotte nei transistor. In un chip moderno e all'avanguardia ci sono miliardi di transistor, in grado di eseguire operazioni complesse in pochi secondi. Ma il limite a questo è soltanto lo spazio poichè un singolo chip non puo’ avere più di tanti transistor. L'informatica quantistica abbatte queste barriere fisiche.

Lo sviluppo dell'infrastruttura necessaria per ospitare e sfruttare i qubit è estremamente complesso. Usano microonde, trappole ioniche o anelli superconduttori. Gli ingegneri hanno dovuto affrontare problemi come il raffreddamento del processore (i qubit devono funzionare a temperature prossime allo zero assoluto) o il totale isolamento dal loro ambiente, mentre qualsiasi interazione,come il rumore, può destabilizzarli.

Fino a che punto arriveranno questi nuovi computer? E’ difficile soltanto immaginarlo ma, al momento, potrebbero aiutare la ricerca di nuovi farmaci, nuovi materiali, spingersi nei calcoli dell’universo più lontano o insegnare l’intelligenza artificiale agli stessi computer. Qualcosa che, al contempo, è affascinante ma pure decisamente inquietante.

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