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“La principessa d’Irlanda”: amori e guerre al tempo di re Enrico II

È una terra di guerre, razzie, condottieri indomiti e donne determinate a sopravvivere l’Irlanda del 1160, epoca durante la quale in Inghilterra regna re Enrico II. Ed è proprio in questo contesto forte, fatto di contrasti che portano alla luce gli aspetti più ancestrali della natura umana, che cresce Aoife, adorata figlia del re d’Irlanda Diarmait. Una bambina intelligente, sveglia, innamorata del padre nonostante la sua indole carnefice, talvolta disumana, ma sempre piena di dolcezza e affetto nei suoi confronti. A otto anni Aoife osserva impassibile la sfilza di teste fatte mozzare e poi impalare da Diarmait, imparando così le regole di base per sopravvivere nell’Irlanda medievale: non può esistere pietà per i nemici, non si è mai al sicuro perché il male compiuto tornerà sempre indietro e soprattutto non ci si può fidare di nessuno.

Eppure, il suo cuore si ammorbidisce quando, mettendo piede in Inghilterra, conosce Riccardo di Clare, ricco possidente terriero a cui suo padre chiede un aiuto e un’alleanza per riprendersi il trono che gli è appena stato sottratto dal rivale Ruari ua Connor. Tutto in lui è nuovo e differente, così lontano dalle selvagge abitudini irlandesi a cui Aoife è abituata: Riccardo è gentile, raffinato, educato e cortese con le donne, allenato a usare la strategia al posto della violenza. Ecco, allora, che quando suo padre decide di prometterla in sposa al conte di Clare in cambio di sostegno militare per riconquistare le proprie terre, nonostante sia ancora una ragazzina Aoife capisce che quello non può essere altro se non il suo destino, l’unico in cui l’amore per il proprio popolo potrà unirsi all’amore per un uomo.

Ispirato alla vera storia della contessa di Clare, “La principessa d’Irlanda” è il nuovo romanzo della scrittrice Elizabeth Chadwick, in Italia edito da Tre60. L’autrice si era già fatta conoscere al grande pubblico per aver dato alle stampe la trilogia su Eleonora d’Aquitania (sempre Tre60), tuttavia in questo libro dà prova delle sue eccellenti doti narrative tenendo il lettore con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina. La storia di Aoife è infatti estremamente avvincente, da una parte segnata dal sincero sentimento che la lega a suo marito Riccardo – cosa alquanto rara per l’epoca –, dall’altra minata dal pericolo costante e ostacolata tanto dagli amici quanto dai nemici. Infatti, se è vero che Enrico II la apprezza e la stima, è altrettanto vero che per buona parte della sua vita il re fa di tutto per intralciare i piani di Riccardo e avere per sé l’Irlanda, insieme alla bella Aoife. Allo stesso tempo, la terra irlandese si presentava al tempo come un groviglio di popoli e clan che non riconoscevano quasi mai la superiorità di un unico governante, mantenendo pertanto il paese in una situazione di continua lotta e incertezza.

Ne consegue che non mancano, in questo romanzo veritiero e fedele ai fatti storici, le scene di devastanti guerre, rappresaglie, distruzioni, feroci vendette (ricordiamo, tra le altre, quelle che portarono alla decapitazione e all’accecamento dei fratelli di Aoife). L’incertezza perenne e la scaltrezza nel sapersi muovere in una complicata partita a scacchi sono gli elementi di base che caratterizzano la vita nel Medioevo irlandese, specie per i nobili, i re e le regine; neppure degli stessi parenti ci si può fidare, come dimostra il voltafaccia di Basilia, sorella di Riccardo, alla morte di quest’ultimo, o la ribellione condotta dai figli di re Enrico II contro il loro stesso padre.

Eppure, in qualche modo Aoife riesce a crearsi la sua isola felice, dove tiene al sicuro il suo amore per il marito e per i due figli, anche quando la situazione degenera all’improvviso con la scomparsa di Riccardo. La figura femminile che la Chadwick ci racconta qui è quindi l’esempio di una donna straordinariamente forte, risoluta, appassionata, calcolatrice e al contempo fedele consorte: una principessa nelle cui mani è custodito non soltanto il futuro di molte persone, ma anche quello di un regno.

“Ho incontrato per la prima volta Aoife MacMurchada mentre scrivevo “Il leone scarlatto” – racconta la Chadwick in merito alla sua affascinante protagonista – Il mio obiettivo in questo libro era puntare lo sguardo sull’aspetto emotivo: i pensieri, i sentimenti e i meccanismi di difesa impiegati da persone che erano al contempo molto diverse da noi e molto simili”.

Consigliamo “La principessa d’Irlanda” a tutti gli amanti del genere storico, perché ne rappresenta una prova ottimamente riuscita; potrebbe, tuttavia, rivelarsi un romanzo piacevole anche per gli altri lettori, grazie al mix di romanticismo, avventura, colpi di scena, intrighi, senza dimenticare la splendida ambientazione dell’Irlanda durante i secoli bui del Medioevo. 

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