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MediaTech
Produttori musicali indipendenti contro Facebook
Zuckerberg (Lapresse)

“Non solo la tutela dei dati personali, oggi a pagare il prezzo della posizione dominante di Facebook è anche l’industria musicale” l’allarme di Sergio Cerruti, presidente di AFI, l'Associazione dei Fonografici Italiani

Sergio Cerruti pone l’accento sulla necessità di un intervento regolatorio per porre limite a una piaga che affligge il settore della produzione musicale. “Da ormai troppo tempo chiediamo alla politica tutela proprio nei confronti di quelle piattaforme, come Facebook, che godono di attenta considerazione da parte delle nostre istituzioni, sebbene le stesse siano consapevoli dei danni economici che provocano a una parte dell’industria musicale italiana”.

Un appello che riguarda la musica come asset del nostro Made in Italy: “Affrontiamo quotidianamente un conclamato caso di pirateria legale: da anni Facebook, colosso dei social network, usufruisce con successo dei nostri contenuti musicali senza avere tutte le necessarie autorizzazioni da parte delle imprese dei produttori discografici indipendenti, i quali continuano a combattere con le lunghe e dispendiose procedure di reclamo online, che raramente hanno successo non producendo quindi alcun effetto economico".

Una pericolosa abitudine, spiegano da AFI, che crea gravi squilibri concorrenziali in un mercato già duramente colpito dalla pandemia. “Siamo di fronte alla creazione volontaria di un sistema non concorrenziale che rende il nostro mercato disfunzionale e che favorisce le big company del settore che sottoscrivono con Meta degli accordi a livello internazionale, evadendo ogni responsabilità di natura economica e normativa a livello locale, a discapito delle buone maniere italiane dimostrate ancora una volta da quest’ultimo incontro” continua Cerruti.

In conclusione secondo il presidente di AFI “Da sempre i colossi digitali sono in riserva di etica comportamentale, non solo nei confronti delle aziende ma anche e soprattutto delle persone (propri utenti). Quello che ci aspettiamo è che le nostre istituzioni, comprese le autorità preposte alla vigilanza del settore, sciolgano questa riserva indirizzando l’attenzione al ritrovamento dei valori persi perché non c’è futuro senza un miglioramento del presente”.

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