Rai, tensione alle stelle. Ecco perchè l'ad Fuortes potrebbe dimettersi subito
In caso di mancata approvazione del budget 2023 in viale Mazzini potrebbe innescarsi una vera e propria rivoluzione. Ecco tutte le poltrone che tremano
Rai, la giornata decisiva in Cda. Gli occhi della politica sul vertice
A pochi giorni dal Festival di Sanremo in Rai si registra un vero e proprio terremoto che potrebbe portare a decisioni clamorose. La tensione in viale Mazzini è alle stelle, complice anche la controversa decisione di ospitare Zelensky alla rassegna canora. Ma a tenere banco - si legge su La Stampa - è ben altro argomento; il Cda di oggi si appresta ad essere cartina di tornasole per determinare alleanze e contrasti politici che tracceranno il futuro non solo della Rai. E questo perché finalmente si vota l’approvazione del budget 2023, dopo innumerevoli e non meglio motivati rinvii. Perché se il budget fosse bocciato, per l'ad Fuortes si aprirebbero due strade: quella della dimissioni - come fece a suo tempo Campo Dall’Orto, quando si vide sfiduciare il piano industriale neppure presentato da lui - oppure la modifica del budget per poi riportarlo in un futuro Cda. Ma anche modificando il numero degli addendi il risultato potrebbe essere lo stesso, perché affidato alla politica più che ai numeri.
Il rappresentante interno Rai, Riccardo Laganà, - prosegue la Stampa - rimarrebbe fedele alla sua astensione legata alle troppe esternalizzazioni operate in Rai. Francesca Bria (Pd) sarebbe intenzionata a votare per l’approvazione adducendo il fatto che altrimenti si consegnerebbe la Rai alla destra. Però una parte del Pd sta cercando di convincerla del contrario, perché è proprio Fuortes, considerano, l'uomo che sta dando alla destra tutto quello che desidera pur di non essere rimosso. E forse con un Ad di destra il governo sarebbe pronto a concedere qualcosa all’opposizione. Se il Patto dovesse reggere alla votazione di oggi, Fuortes grato avrebbe assicurato la poltrona del Tg1 a Gian Marco Chiocci, attuale direttore dell’AdnKronos. Ora con il gioco delle tre carte, Preziosi (Fi) dovrebbe scivolare al Tg2 quando l’attuale neo direttore Rao si aspettava di essere promosso al Tg1 e alla radio sempre Pionati (Lega).
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