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Villa Futura 2025 canta le solitudini tra noi: quando il web unisce o isola
Dalla connessione come rigenerazione personale alla solitudine amplificata dai social: secondo la ricerca di Hearts & Science, il web divide gli italiani tra chi lo sceglie e chi lo subisce

Villa Futura 2025 canta l’isolamento digitale: quando la rete avvicina o allontana
In Italia esistono molteplici modi di vivere la solitudine e sempre più spesso questi percorsi passano attraverso il digitale. La nuova indagine “Le solitudini tra noi”, realizzata da Hearts & Science per l’edizione 2025 di Villa Futura, esplora il rapporto tra solitudine e tecnologie e racconta come l’esperienza online rimanga profondamente individuale ma non per questo necessariamente solitaria. Per molti giovani adulti la rete rappresenta infatti un ampliamento, e non una contrazione, delle occasioni di contatto sociale.
Giunta al suo quinto anno, Villa Futura è l’iniziativa con cui l’agenzia guidata da Emanuele Giraldi mette in luce temi di alto impatto culturale e comunicativo, spesso legati alla sfera digitale e al modo in cui trasforma abitudini, emozioni e relazioni. L’indagine, realizzata su un campione di 2.000 utenti internet tra i 18 e i 44 anni (divisi in due sottogruppi: 18-25 e 25-44), ha identificato due profili, ribattezzati, indipendentemente dal genere a cui appartengono, Marco e Laura, in omaggio alla celebre canzone di Laura Pausini, per raccontare con un pizzico d’ironia come, trent’anni dopo, la solitudine non passi più per “il treno delle 7.30 senza lui” ma per uno schermo.
Marco (cluster corrispondente al 26% degli intervistati) rappresenta persone che vivono lo spazio digitale come rigenerante, creativo, consapevole e considerano arricchente l’esperienza di stare da soli online. Per loro, la connessione digitale è una scelta attiva, un’opportunità per coltivare passioni, apprendere, sentirsi parte di community affini e sperimentare forme di espressione personale in ambienti percepiti come autentici e accoglienti. Per Marco il digitale è un contesto in cui esprimersi liberamente, sentirsi parte di qualcosa e allo stesso tempo starci bene anche da soli. Di segno opposto è l’esperienza di Laura (cluster che include il 27% degli intervistati).
Per queste persone, il digitale è vissuto come una necessità più che una scelta, spesso connotata da diffidenza, disagio emotivo, senso di vuoto, ansia da confronto e una percezione passiva e negativa dell’esperienza online in solitudine. Laura frequenta la rete, ma senza trovarvi un reale conforto: vive il digitale in modo critico, come uno spazio che amplifica la solitudine e non un rifugio dove colmarla. Fra i due poli si posiziona un cluster neutrale (quasi un intervistato su due), indifferente ai vantaggi così come ai rischi dell’online, a riprova di quanto il vissuto digitale resti sfaccettato e personale. Questo target ha un rapporto ambivalente e non polarizzato con il digitale. Non lo subisce, ma non lo idealizza: a volte è routine, altre volte una compagnia utile, altre ancora una semplice distrazione.
Marco: il digitale come spazio di arricchimento
Nel profilo Marco, l’80% del sottogruppo dei 18-24enni e il 64% del sottogruppo dei 25-44enni dichiara di ricavare momenti gratificanti dall’esperienza online. Il digitale è vissuto come un luogo di libertà, auto-formazione e socialità non invasiva. Il 57% degli adulti e il 45% dei giovani preferiscono rivolgersi alla rete, anche tramite AI, per ottenere risposte invece che coinvolgere amici o parenti. Le attività preferite sono le serie TV, musica, videogame, ma anche community digitali frequentate quotidianamente dal 28% dei giovani e dal 25% degli adulti. Sono persone soddisfatte della loro rete sociale, e la connessione li aiuta a coltivare e amplificare legami significativi.
Laura: il digitale crea diffidenza
Solo il 34% del profilo Laura tra i 18-24enni e addirittura il 27% tra i 25-44enni dichiarano di ricorrere alla solitudine online per gratificarsi. Il 51% dei più giovani e il 63% degli adulti all’interno di questo cluster esprime insoddisfazione rispetto alle proprie relazioni sociali digitali. In molti casi, chi appartiene a questo profilo si sente più isolato e meno compreso dopo aver trascorso del tempo online (47% tra i 18-24 anni e 43% tra i 25-44), e spesso sperimenta un senso di solitudine durante l’utilizzo dei social (37% e 38%). Il profilo Laura manifesta il desiderio di ampliare la propria rete relazionale, ma incontra difficoltà nel trovare canali adeguati per farlo: il digitale viene vissuto frequentemente come un ambiente ansiogeno o escludente, uno spazio che restituisce fragilità più che connessione.
Il digitale come termometro della vita sociale
La soddisfazione rispetto alla propria vita sociale rappresenta un indicatore cruciale per comprendere come i due cluster, Marco e Laura, si relazionino al mondo, dentro e fuori dalla rete. Per Marco, la soddisfazione è alta e diffusa. In entrambi i “suoi” sottogruppi (18–24 e 25–44 anni), prevale la fascia di coloro che si dichiarano molto appagati, con un’elevata affinità verso le risposte più alte della scala di valutazione. Non solo: Marco mostra anche una forte affinità con l’idea di essere perfettamente a proprio agio nella propria rete di relazioni esistenti. Questo dato è coerente con altri aspetti osservati nel profilo: la capacità di trarre gratificazione dalla solitudine volontaria, l’uso consapevole del digitale per mantenere o coltivare legami e l’adozione dei social media e delle community come ambiente relazionale quotidiano. Dall’altra parte, Laura si caratterizza per un profilo relazionale più fragile e insoddisfatto. Il profilo Laura mostra un basso grado di affinità verso l’idea di “stare bene da soli”, mentre risulta molto più affine a frasi che esprimono disagio o senso di mancanza: «Vorrei avere più relazioni ma non so come fare», oppure «Non sempre sento comprensione dalle persone che frequento».
Luoghi della socialità: digitale o reale?
L’indagine evidenzia una frattura profonda anche nei contesti dove i due profili si sentono “a casa”. Marco frequenta quotidianamente community online e considera i social come luoghi che stimolano il senso di appartenenza. Laura, invece, si trova a suo agio solo in contesti fisici intimi come case di amici (62% dei 18-24enni, 65% dei 25-44enni) o piccoli gruppi; solo una piccola quota (6-7%) si sente a proprio agio sui social media. Per Marco, social media e chat sono veicoli quotidiani di relazione, ritenendo le conversazioni online meno stressanti rispetto a quelle faccia a faccia (37% dei 18-24enni, 31% dei 25-44enni). Il profilo Laura, invece, apprezza gli incontri di persona: il 39% per la fascia d’età tra i 18 e i 24 anni e il 42% per quella tra i 25 e i 44 anni.
Attività preferite e motivazioni emotive
Marco vive il digitale come tempo per sé: tra i giovani (18-24 anni) prevalgono serie TV (38%), videogame (35%) e podcast (31%); tra gli adulti (25-44 anni), oltre a film e serie TV (37%), spiccano contenuti ispirazionali e lo shopping online. Per Laura, il tempo online è evasione, non espressione: domina la visione di serie TV (48% tra i 25-44enni), mentre i social sono usati con minor partecipazione attiva. Le motivazioni che portano i rispondenti a trascorrere il loro tempo online da soli raccontano mondi diversi, soprattutto nei sottogruppi dei 25-44: se Marco cerca relax (27%) e svago (20%), Laura quando si isola online lo fa per relax (38%) ma in buona parte (29%) anche per allontanare i problemi, senza associare mai questi momenti a rigenerazione o piacere personale.
Mai più senza
Quando si chiede quale rinuncia peserebbe di più – un giorno senza connessione o un giorno senza contatto umano – i due gruppi si polarizzano ulteriormente: il profilo Marco teme l’assenza di Internet, a conferma di quanto lo considerino un habitat espressivo imprescindibile; Laura, al contrario, teme la possibilità di non avere alcun contatto umano, segno di una confidenza digitale mai del tutto conquistata, neanche come momento di solitudine arricchente.
“Con “Le solitudini tra noi” – spiega Emanuele Giraldi, Managing Director di Hearts & Science, abbiamo voluto indagare come la tecnologia modifichi non solo le relazioni, ma anche il modo in cui le persone affrontano le diverse esperienze di solitudine. La ricerca ci restituisce due approcci molto diversi: ci sono profili (Marco) per cui il digitale è un ambiente sicuro e gratificante, dove rigenerarsi, esprimersi, coltivare relazioni leggere ma autentiche. I più consapevoli sono anche quelli più appagati dalla loro rete di conoscenze sia in real life che nel digitale.
Altri (Laura), invece, vivono la rete come un luogo ansiogeno, poco accogliente, dove il bisogno di connessione resta insoddisfatto. I più diffidenti, pur non essendo soddisfatti della socialità reale la preferiscono e faticano a trovare nei canali digitali uno spazio di appartenenza. Il dato più interessante è che non esiste un unico modo di essere connessi, né un solo modo di sentirsi soli.
Il digitale e la socialità si stanno evolvendo, influenzandosi reciprocamente: per Marco questo permette di vivere una socialità libera da obblighi e convenzioni di piazza con maggiore consapevolezza nelle scelte delle modalità di socializzazione”. Villa Futura è un’iniziativa realizzata da Hearts & Science in partnership con Ciaopeople, Seedtag, TikTok.