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Xiaomi, vendite in aumento del 33%

Xiaomi ha venduto 34,7 milioni di smartphone nella prima metà del 2015. Il dato è ambivalente. Il progresso è senza dubbio impressionante, pari al 33% anno su anno. Lo è ancor di più se si considera Xiaomi per quello che è: una startup, nata appena cinque anni fa e già valutata 45 miliardi di dollari. I profitti sono da capogiro: anche se il gruppo resta abbottonato e non rilascia dati sul conto economico, il fatturato dovrebbe aggirarsi intorno ai 12 miliardi di dollari.
Xiaomi ha conquistato lo sterminato mercato cinese e continuerà a crescere. E allora perché il dato è ambivalente? In un eccesso di ottimismo, il co-fondatore Lei Jun aveva previsto di vendere 100 milioni di smartphone nel corso del 2015. Un obiettivo che, visti i dati del primo semestre, difficilmente sarà centrato. La causa è il calo del mercato cinese. Un dato che spingerà Xiaomi ad accelerare il grande passo: l'espansione internazionale.
Gli smartphone cinesi saranno disposnibili dal 7 luglio in Brasile. In Europa e Usa sono acquistabili online solo alcuni accessori, una sorta di prova generale per un gruppo che vende il 70% delle unità tramite il proprio sito web. I prossimi passi portano a Messico, Turchia, Russia. La strategia è la stessa che ha conquistato la Cina (dove Xiaomi vende più di Apple e Samsung): puntare sul rapporto qualità-prezzo e puntare a quelle fasce di popolazione che non possono stare fuori dal mercato mobile ma che, allo stesso tempo, non possono permettersi un iPhone.