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Medicina
Covid-19: al Centro Diagnostico Italiano si effettuano i test sierologici

Il Centro Diagnostico Italiano, solo su prenotazione online, offre la possibilità di sottoporsi ai test sierologici per individuare la presenza degli anticorpi COVID-19 nel sangue

A partire da martedì 19 maggio, il Centro Diagnostico Italiano – CDI offre la possibilità di eseguire i test sierologici quantitativi che, attraverso un prelievo ematico, permettono di individuare la presenza nel sangue degli anticorpi IgM e IgG per COVID-19 con metodica quantitativa CLIA.

Per sottoporsi a questi test sierologici (da non confondere con i cosiddetti “test rapidi” o “pungidito”) è necessario effettuare la prenotazione online accedendo al link https://prenota.cdi.it/.

I test saranno disponibili nelle sedi del Centro Diagnostico Italiano CDI Saint Bon, CDI Portello, CDI Lavater, CDI Largo Augusto, CDI Porta Nuova, a Milano.

Il servizio è offerto sia privatamente o in convenzione con Fondi assicurativi, sia all’interno dei Servizi per le aziende.

Fulvio Ferrara, direttore del Servizio Integrato di medicina di laboratorio, genetica medica e anatomia patologica del Centro Diagnostico Italiano commenta: “A partire da oggi il Centro Diagnostico Italiano ha aperto a tutti la possibilità di sottoporsi ai test sierologici. CDILab ha scelto, coerentemente con le indicazioni della più recente letteratura scientifica, di eseguire in contemporanea due test, uno per le IgM e uno per le IgG, in modo tale da fornire un'informazione che va oltre il valore epidemiologico ricavabile dall’esecuzione delle sole IgG o degli anticorpi cosiddetti ‘totali’ (che non distinguono tra IgM e IgG), i quali non forniscono informazioni utili al fine di definire la fase clinica dell'eventuale infezione, come invece avviene con l’approccio da noi scelto.”

Il test serve a sapere se c’è stata o se è in atto un’infezione da SARS-Cov-2. Questa infezione, infatti, può essersi presentata in modo asintomatico o con lievi sintomi, passando così inosservata. I test quantitativi CLIA possono suggerire se la persona è venuta in contatto col virus, attraverso la misurazione degli anticorpi nel sangue e offrendo una risposta nell’arco di poche ore.

Il test sierologico viene eseguito su un prelievo ematico e richiede un digiuno preventivo di tre ore. L’analisi del prelievo di sangue venoso consente l’esecuzione dei test per la ricerca di due tipi di anticorpi: IgM e IgG. I primi si presentano qualche giorno dopo l’inizio della malattia per poi scomparire, mentre gli anticorpi IgG sono persistenti e rimangono in circolazione dopo che il virus non è più presente nelle mucose. Il referto sarà dato il giorno successivo.

Sulla base delle evidenze scientifiche e delle disposizioni emanate da Regione Lombardia (Deliberazione 3131 del 12/05/2020), la positività al test sierologico comporta l’isolamento domiciliare fiduciario e la successiva esecuzione del tampone.

La negatività degli esiti di tali test non può escludere una possibile infezione in atto da COVID-19 e una potenziale contagiosità, dovuto al fatto che la risposta anticorpale ha una certa latenza rispetto all’avvenuta infezione ed alla successiva comparsa dei sintomi di malattia. La negatività a tali test potrebbe significare una non venuta in contatto con il COVID-19.

I test sierologici

Il test sierologico è concepito per rilevare, con metodo semi-quantitativo chemiluminescente (CLIA), la presenza di anticorpi IgM e IgG che reagiscono alle proteine dell’involucro virale del SARS-CoV-2 nel siero dei soggetti testati.

Gli anticorpi IgM sono prodotti nella fase iniziale dell’infezione e si ritrovano nel sangue a partire, in media, da 8-10 giorni dal primo contatto con il virus (il “periodo finestra” in cui il test risulta negativo poiché l’organismo non ha ancora avuto il tempo necessario per produrre la risposta anticorpale; il tempo necessario è variabile da individuo a individuo) e tendono poi a scomparire nel giro di qualche settimana. La rilevazione degli anticorpi IgM permette di identificare gli individui che hanno potenzialmente un’infezione in corso.

Gli anticorpi IgG sono prodotti più tardivamente e si ritrovano nel sangue a partire, in media, da un paio di settimane dopo la comparsa dei sintomi (ma possono comparire anche prima) e permangono poi per diverso tempo (non è ancora noto l’arco di tempo in cui tali anticorpi permangono in circolo). La rilevazione degli anticorpi IgG permette di identificare gli individui che hanno contratto l’infezione in passato, quindi potrebbero risultare protetti, o meno suscettibili, da una reinfezione.

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