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Medicina
Menopausa e calo ormonale, importante la cura della salute degli occhi

Con la menopausa si apre nella vita della donna un nuovo delicato capitolo. Tale mutamento, che comincia intorno ai 50-52 anni, comporta molteplici effetti nella vita, anche a livello emotivo. Il calo di ormoni correlato alla menopausa non risparmia la funzionalità degli occhi: si possono presentare problemi di secchezza, bruciore e fastidio a livello oculare. Circa il 35-40% delle donne lamenta sintomi e fastidi di secchezza e sensazione di corpo estraneo all’interno dell’occhio. Le statistiche peggiorano nella fase di menopausa avanzata, quando a soffrire di tali problematiche è il 70-80%.

Percepire il proprio corpo cambiare e avvertire un mutamento generale di sè stesse può generare un vero e proprio stress sia fisico che psicologico. La menopausa, infatti, ha effetti che coinvolgono tutte le funzionalità dell’organismo, causati da un calo non indifferente di ormoni femminili, gli estrogeni.  Questo si traduce in veri e propri stravolgimenti fisiologici che la donna si trova ad affrontare come caldane, disidratazione delle mucose, senso di affaticamento.

La salute oculare, come la gran parte delle funzioni del nostro organismo, dipende da androgeni ed estrogeni. In età fertile, le ghiandole lacrimali sono molto attive e producono costantemente liquido protettivo, in grado di fornire una corretta lubrificazione e formare una barriera contro la polvere ambientale, la disidratazione e gli agenti patogeni. “Con la menopausa- spiega il dottor Claudio Savaresi, Primario Unità Operativa Oftalmologia Policlinico San Marco - Zingonia (BG); Direttore C. B. V. Palazzo della Salute - Istituto Clinico Sant’Ambrogio – Milano; Responsabile Scientifico VISTASystem Ophthalmology Research Center – Milano - la carenza estrogenica colpisce anche le ghiandole lacrimali, così come tutte le ghiandole esocrine, ostacolando la giusta lubrificazione della congiuntiva. Inoltre, la superficie dell’occhio presenta recettori sia per gli estrogeni che per il progesterone, a livello della cornea, della congiuntiva e delle ghiandole di Meibomio. Per questo motivo una variazione o carenza di tali componenti compromette la corretta funzionalità lacrimale, la capacità di visione nitida e addirittura la trasparenza della cornea. Anche le immagini possono risultare deformate perché trasmesse alterate sulla retina e non perfettamente nitide”.

La riduzione del film idrolipidico, che normalmente mantiene idratata la superficie dell’occhio e protegge da insulti esterni e agenti atmosferici, dà la sensazione di avere l’occhio secco e arrossato e spesso questo degenera in una vera propria sindrome dell’occhio secco. Non bisogna dimenticare che il film lacrimale svolge anche una funzione di protezione dagli agenti patogeni: ecco perché quando si assottiglia o si riduce, l’occhio rischia di essere più vulnerabile a infiammazioni della congiuntiva (congiuntiviti) e della cornea (cheratiti). Altri disturbi più comuni nelle donne in menopausa sono la fotofobia, il bruciore, la sensazione di avere pressione a livello oculare, nonché stanchezza nella zona, le palpebre gonfie e la sensazione di avere come sabbia negli occhi.

Come si possono evitare tali problematiche?

“La prevenzione è, come sempre, l’arma vincente, soprattutto in periodi che comportano cambiamenti consistenti come quello menopausale. L’età avanzata e il sesso femminile sono fattori di rischio per l’insorgenza di problematiche come quella dell’occhio secco, per questo è consigliabile recarsi periodicamente dall’oculista. Durante i primi anni del periodo di menopausa, infatti, i disturbi oculari ad essa legati sono ancora controllabili, anche se si tratta di un periodo variabile dipendente dalle abitudini e dalle caratteristiche della paziente. Ad esempio, chi ha portato per molto tempo lenti a contatto o presenta difetti visivi sarà più precoce nello sviluppare eventuali problematiche oculari legate alla menopausa. Dopo tale lasso di tempo, l’involuzione delle ghiandole lacrimali e la sub atrofia delle stesse diventa irreversibil” precisa Savaresi.

Un intervento precoce è utile anche per prevenire la possibile insorgenza di degenerazioni maculari, cataratta e glaucoma che si potrebbero presentare anticipatamente e di cui il periodo di menopausa può essere facilitatore. È importantissimo, inoltre, fare presente allo specialista se e quali farmaci si stanno assumendo. Alcune formulazioni, benefiche per altre patologie, rischiano di avere un effetto inibitore su determinati recettori nervosi e causano il blocco nella stimolazione delle ghiandole lacrimali e delle componenti ad esse legate come le cellule mucipare caliciformi della congiuntiva. Altri farmaci, addirittura, possono andare ad alterare le strutture interne dell’occhio. Lo specialista sarà in grado di stabilire quale sia la soluzione migliore per il paziente. Come rassicura il dottor Savaresi “oggi si hanno a disposizione apparecchiature particolari studiate appositamente per aumentare la stabilità e la durata del film lacrimale che è carente nel periodo di menopausa. Esse agiscono su tutti i fattori della disfunzione lacrimale, che sono: instabilità del film idrolipidico, il malfunzionamento o sofferenza corneale e la conseguente infiammazione degli strati congiuntivali”. Possono essere molto d’aiuto anche i sostituti lacrimali di nuovissima generazione che sono in grado di rigenerare l’epitelio corneale e proteggere così la superficie oculare. “Una componente importante per la secchezza oculare è il sodio ialuronato, preparato appositamente per associare le sue proprietà idratanti alla capacità di creare una “impalcatura” protettiva per la superficie oculare che filtra ed ingloba gli agenti esterni. Esso, in sinergia con la Xanthan Gum, dalle proprietà lubrificanti, agisce per aumentare spessore e stabilità del film lacrimale. Anche glicina e betaina sono ottimi alleati per garantire il mantenimento dell’omeostasi cellulare che, in caso di secchezza, risulta alterata. Infine, non bisogna trascurare l’alimentazione: completare la dieta con acidi grassi polinsaturi e vitamina D3 può essere una soluzione per tenere sotto controllo la produzione di radicali liberi e la corretta funzione lacrimare “conclude il dottor Savaresi.

 

 

 

 

 

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