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Auto e Motori
Coronavirus: ACI "ecco come cerchiamo di ripartire"

Sono state numerose le contromisure attuate dal Governo per contenere il rischio di contagio, a beneficio di tutti noi. Queste limitazioni, però, hanno delle grandi conseguenze e ogni settore produttivo sta affrontando una grave crisi nella gestione della pandemia. Il mondo dell’auto è sicuramente uno dei più colpiti e così, abbiamo fatto quattro chiacchiere con il Direttore dei Sistemi Informativi ACI dott. Vincenzo Pensa, per conoscere come l ‘ACI sta cercando di limitare i danni a causa di questo nemico invisibile. Smart working, potenziamento dei servizi online, assistenza telefonica, miglioramenti dell’assistenza stradale e dell’informazione sulla mobilità (anche alla luce dei divieti emanati), nuove tecnologie sono i punti cardine su cui si basa la strategia dell’ACI per cercare di vincere questa terribile guerra.  Perché di guerra si tratta…

Emergenza Coronavirus: come si è organizzata ACI per garantire l’operatività e la continuità del servizio offerto?

ACI ha seguito le indicazioni fornite dal Governo e dalle Autorità preposte ponendo da subito in primo piano la sicurezza e la salute dei propri dipendenti e dei cittadini utenti dei nostri servizi. Si è puntato pertanto sul potenziamento della presenza dei servizi on line e dell’assistenza telefonica sia per le problematiche tecniche, amministrative ma anche sanitarie a favore dei nostri soci. Sono proseguite le importanti attività di assistenza stradale e di informazione sulla mobilità anche alla luce dei divieti emanati oltre a proseguire collaborazioni importanti con il ministero degli esteri per il supporto informativo per i nostri connazionali nel mondo. Evidentemente il progressivo blocco dell’intero settore automotive ha comportato un parallelo rallentamento delle altre attività dell’Ente.

Quali misure cautelari sono state adottate per scongiurare il rischio di diffusione interna?

Alle iniziali misure volte a informare i dipendenti e i cittadini dell’emergenza in corso e delle relative indicazioni progressivamente fornite dalle autorità, si è dapprima provveduto a regolamentare gli accessi per favorire il distanziamento sociale e sono state forniti i presidi sanitari che è stato possibile reperire su un mercato peraltro molto carente al riguardo ma poi si è optato con decisione per la soluzione dello smart working esteso a tutto il personale.

Come si articola e quali strumenti vengono utilizzati per il programma di smart working?

Il lavoro Agile in ACI non rappresenta una novità, grazie all’azione concertata tra HR ed IT, da anni esiste un programma che prevede varie forme di lavoro agile e che ha riguardato diverse centinaia di persone. Il passaggio a tutto il personale è stato sicuramente un momento particolare ma in sole 48 ore siamo riusciti a far lavorare da casa quasi 3000 persone. Ciò è stato possibile grazie alle tecnologie già disponibili e alle applicazioni che Aci Informatica ha messo a disposizione oltre ai percorsi formativi e alle regolamentazioni che le Risorse Umane avevano da tempo avviato e predisposto. Lo strumento adottato è basato sul concetto di “App Virtualization”. Con questa tecnologia viene reso possibile all’utente accedere ad un sistema che in base al profilo dell’utente stesso replica esattamente le medesime modalità lavorative che si utilizzano sul posto di lavoro “classico”. 

Avete notato una maggiore operatività dei dipendenti attraverso lo smart working?

Lo smart working si è rivelato in ACI un’esperienza estremamente positiva che peraltro fa seguito ai percorsi di progressiva digitalizzazione dei processi di lavoro, cosa che ci ha consentito di formare e preparare il personale non solo da un punto di vista delle capacità ad utilizzare le tecnologie ma soprattutto nel diffondere una cultura del digitale che è il fondamento su cui poter impostare effettivi programmi di sviluppo innovativo.

Avevate già istituito la politica dello smart working? Una volta rientrata l'emergenza Coronavirus, verrà mantenuto e/o incrementato?

Lo smart working in ACI, nel rispetto delle indicazioni fornite dai competenti Ministeri della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione oltre che dall’Agid, è pienamente normato e disciplinato con il pieno coinvolgimento del personale attraverso le rappresentanze sindacali. Ritengo che questa esperienza così totalizzante lascerà comunque il segno, non solo in ACI, per cui, a prescindere dalle norme che probabilmente estenderanno il perimetro dello smart working quale modalità ordinaria della prestazione lavorativa ancora per lungo tempo, il lavoro agile occuperà sempre più spazio nell’ambito dell’organizzazione.

Ad oggi, avete riscontrato un impatto economico del virus sul business dell’azienda?

 L’impatto è sicuramente forte. ACI opera nel settore della mobilità che sta subendo enormi conseguenze da questa emergenza per cui è inevitabile una pesante ricaduta anche in termini economici.

Avete istituito una persona di riferimento che coordini le questioni relative alla sicurezza?

Esistono all’interno dell’ACI specifiche figure con le necessarie professionalità per tutte le tematiche legate alla sicurezza declinata in tutte le sue articolazioni, sanitarie, lavorative, logistiche, informatiche, si è però deciso di puntare su un’Unità di Crisi che ha visto la creazione di un tavolo al quale in via permanente sono state chiamate a collaborare tutte le funzioni a vario titolo interessate alla gestione dell’emergenza.

Quali sono le Sue previsioni per il futuro del sistema Paese e quali le misure, a suo avviso, che dovrebbero mettere in campo le istituzioni e le aziende?

In un momento in cui sono all’opera Comitati Governativi costituiti dai massimi esperti a livello nazionale e dai quali attendiamo di conoscere le linee guida su cui impostare la fase di ripresa delle attività sarebbe da parte mia un atto di presunzione fornire indicazioni al riguardo, quello che però a livello personale mi sento di condividere è che purtroppo siamo in presenza di una situazione mai verificatasi prima d’ora nelle società contemporanea per cui tutti i normali criteri utilizzati finora per interpretare e risolvere  fenomeni economici e sociali possono rivelarsi non pienamente efficaci. Esiste, infatti, un livello di interconnessione economica dei mercati che introduce un numero di variabili tra loro interdipendenti che è difficile poter valutare. Forse è bene allora rifarsi a trend per così dire “epocali”. Avremo un aumento della popolazione quindi della domanda di beni e servizi, avremo un problema ecologico sempre più presente che comporterà adeguamenti a stili di vita e a processi industriali, la domanda di mobilità globale riprenderà necessariamente a crescere per cui immagino che dopo un periodo non breve di riposizionamento contraddistinto da una crisi economica piuttosto forte le dinamiche economiche di sviluppo riprenderanno il loro corso consentendoci in un paio di anni di recuperare il terreno perso con la speranza di aver tratto utili indicazioni per alcune inevitabili e auspicabili correzioni di rotta.

Quali sono le strategie che ACI intende adottare per affrontare le conseguenze del virus sulle attività a lungo termine?

ACI ha oltre 100 anni di storia e ha attraversato molti momenti di cambiamento nel corso della sua storia sta dimostrando di avere sempre le capacità di rinnovarsi e riproporsi con servizi al passo con i tempi. La nostra tendenza ad innovare è figlia delle nostre origini “eroiche” dell’epopea del motore e ci aiuterà anche oggi a cogliere i nuovi trend che già si intravedono nel medio periodo. Un ritorno all’uso dell’auto personale che prevarrà rispetto allo sharing e inizialmente anche all’uso dei mezzi pubblici, un lento ma progressivo processo di diffusione dell’elettrico e una crescita esponenziale di servizi legati alla mobilità a condizione che siano smart come il working del resto.

 

 

 

 

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