Auto e Motori
Mercedes-Benz frena: vendite in calo e profitti giù del 69%
Nonostante vendite in calo e margini dimezzati, Mercedes-Benz difende la cassa e rilancia sull’efficienza. Ma i dazi pesano sul futuro.




La fotografia dei conti del secondo trimestre 2025 di Mercedes-Benz è una sintesi perfetta delle tensioni globali che stanno ridefinendo l’industria automotive.
Il colosso tedesco ha chiuso il periodo aprile-giugno con un utile netto in picchiata del 68,7% rispetto all’anno precedente, fermandosi a 957 milioni di euro. Eppure, in questo scenario difficile, il gruppo riesce a rafforzare la propria liquidità industriale, salendo a 30,8 miliardi di euro, e a generare un cash flow operativo in crescita del 14,5% nel trimestre. Un segnale forte: Mercedes-Benz arretra, ma resta in piedi, scegliendo la solidità piuttosto che la corsa ai volumi.
A pesare sui conti non è solo la flessione della domanda con vendite auto in calo dell’8,7% e dei veicoli commerciali del 9,7% ma soprattutto l’effetto dei nuovi dazi doganali, che hanno impattato in modo diretto sia i ricavi (-9,8%) che l’EBIT rettificato, dimezzato a 1,99 miliardi contro i 4 miliardi dello stesso trimestre 2024. E il CEO Ola Källenius non fa mistero delle difficoltà: "Abbiamo reagito con determinazione, tagliando i costi e puntando su prodotti intelligenti e desiderabili, ma il contesto è complesso", ha dichiarato.
Nel cuore della crisi c’è la Cina, mercato chiave per il brand, dove la domanda si è fatta più volatile. Allo stesso tempo, l’accelerazione verso l’elettrico non sta dando i frutti sperati. Se da un lato le vendite di veicoli xEV (ibridi plug-in ed elettrici) crescono del 4,4%, le BEV (full electric) perdono terreno con un calo del 23,6% nel trimestre. L’elettrificazione continua, ma il mercato sembra chiedere tempo e maggiore concretezza.
Nonostante tutto, Mercedes difende con tenacia i margini. Il return on sales delle auto (RoS) si attesta al 5,1% (6,2% nel semestre), e quello dei furgoni al 10,4%. Numeri che mostrano un'azienda ancora redditizia, anche se lontana dai fasti passati. Merito del programma “Next Level Performance”, che va oltre le semplici misure di efficienza e punta a una resilienza strutturale del gruppo, soprattutto sul fronte produzione e logistica globale.
Sul versante dei veicoli commerciali, il crollo delle vendite (-15,6% nel semestre) è stato in parte compensato dal boom degli elettrici: +41,9% su base annua. Ma è una nicchia, e la competitività resta alta. Le manovre strategiche continuano: 5.000 e-van entreranno nella rete Amazon, mentre lo sviluppo della futura gamma "Vision V" prosegue a ritmo serrato. Il business è sotto pressione, ma non si ferma.
La divisione finanziaria Mercedes-Benz Mobility regge meglio l’urto: il ritorno sul capitale si conferma all’8,9% nel trimestre, sostenuto da investimenti mirati e strategie di efficienza. Anche qui, il segnale è chiaro: contenere i costi e massimizzare la resa.
L’outlook, tuttavia, è prudente. Per tutto il 2025, il gruppo prevede ricavi inferiori rispetto al 2024, con vendite auto e van "significativamente al di sotto" dei livelli precedenti. Il RoS per il comparto auto viene ridimensionato al 4-6%, mentre per i van si stima un range tra l’8% e il 10%. Tradotto: ci sarà ancora da stringere i denti.
Ma non è un crollo, né un ripiegamento strategico. Mercedes-Benz continua a investire nell’elettrico e nel software, punta su una gamma sempre più esclusiva – come dimostrano il debutto della Maybach SL Monogram Series e della concept AMG GT XX – e scommette su una rete di vendita più agile, con nuove partnership retail in Germania.
Il marchio della Stella, insomma, non si piega. Rallenta, sì, ma si riorganizza per affrontare un futuro che chiede lucidità, flessibilità e rigore finanziario. La mobilità cambia pelle, e Mercedes vuole esserci, anche con margini più bassi, ma con i conti in ordine e la visione ben chiara.