Fiorio Cup 2025: Mabellini trionfa - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 05:45

Fiorio Cup 2025: Mabellini trionfa

Alla Masseria Camarda la 5ª Fiorio Cup incorona Andrea Mabellini dopo un finale in notturna da brividi. Ma nel confronto Italia vs Europa vince il team continentale: 69-60.

Ceglie Messapica, Piazza Plebiscito piena come uno stadio, applausi e cellulare al cielo per catturare l’ultimo passaggio.

I fuochi artificiali si spengono mentre i cronometristi chiudono i taccuini, e sulla 5ª edizione della Fiorio Cup cala il sipario con una certezza: la notte ha scelto il suo campione. Andrea Mabellini, fresco vice campione d’Europa, mette la firma sull’albo d’oro, precedendo Pierre Loubet e Jan Solans al termine di una giornata che ha cambiato volto più volte. A sorpresa, il quarto posto è di Sarah Rumeau, l’“erede” ideale di Michèle Mouton, capace di superare Tamara Molinaro dopo un pomeriggio in cui l’italiana ha pagato un paio di errori che l’hanno tolta dalla zona podio.

Lo scenario è quello familiare della Masseria Camarda, casa pugliese di Cesare Fiorio e resort di respiro internazionale. Qui la Fiorio Cup è diventata rito: una sfida snella, otto piloti, una formula che unisce talenti italiani e europei con la stessa leggerezza di una cena tra amici, ma la ferocia sportiva di una speciale mondiale. Il pubblico lo sa e accorre: il prologo in piazza è un bagno di folla, la prova in notturna un piccolo teatro all’aperto dove ogni taglio di luce svela l’istinto del pilota.

La trama, però, non è stata scontata. Al mattino Loubet detta il ritmo, si trova immediatamente a proprio agio sulla Toyota Yaris, e infila due parziali che spostano la pressione sugli avversari. Mabellini e Trentin faticano a trovare la misura, mentre Rumeau e Molinaro partono solide, tenendo la scia del francese. Il più aggressivo tra gli inseguitori è Solans: lo spagnolo sorprende per pulizia di guida e continuità, costringendo le due rivali a misurarsi con un passo più alto del previsto. In una formula corta, ogni secondo è un petalo che si stacca: basta un’esitazione per perdere il profumo del podio.

Il pomeriggio riapre i giochi. Due prove, caldo che cala e asfalto che cambia grip. Loubet probabilmente immagina di poter controllare: il cuscinetto cronometrico c’è, l’inerzia pure. Ma la Fiorio Cup insegna da sempre che l’ultima parola non è mai quella del pomeriggio. Mabellini si scuote, Trentin alza il volume, Solans resta incollato alla corda. E intanto Rumeau continua a guidare con decisione: linee pulite, poche sbavature, una regolarità che alla distanza vale come un piccolo capolavoro.

La resa dei conti arriva, come da tradizione, con la speciale finale, 4,150 km in notturna. Lì dove i cartelli stradali si fanno ombre e i muretti bianchi diventano flash nella memoria, si decide tutto. Solans setta il riferimento, il più veloce sul tratto. Trentin e Mabellini lo inseguono con intelligenza: non serve strafare, serve non sbagliare. Loubet scivola al quarto tempo di prova, un piazzamento pesante nel gioco degli scarti. E qui la matematica incontra il coraggio: con il peggior punteggio scartato, il terzo posto in speciale consegna a Mabellini la vetta assoluta e la quinta Fiorio Cup. È il colpo di teatro che la gente venuta fin qui sperava di vedere.

A bordo pista c’è lo sguardo attento di Cesare Fiorio, che conosce le ombre del rally come pochi. “Come spesso è avvenuto in tante gare anche mondiali,” osserva, “per molti correre alla luce dei fari è una trappola perché si perdono i riferimenti. Così è stato anche oggi.” Parole che spiegano il paradosso della notte: offre luce, toglie profondità. Fiorio abbraccia il talento italiano, ma non si dimentica la qualità del rivale: “Loubet ha guidato molto bene. Mi ha fatto piacere che abbia risposto al nostro invito: ero un grande estimatore di Yves, suo padre. Gli auguro una carriera ricca di soddisfazioni.” E sulla sfida femminile aggiunge una nota onesta: “Molinaro è stata sotto le attese, ma si confrontava con la quasi sconosciuta da noi Sarah Rumeau. Non so se sarà anche una campionessa: di sicuro guida molto bene, con grande determinazione.”

Il fascino dell’evento sta anche nel suo doppio livello di lettura: gara individuale e confronto collettivo. La Fiorio Cup è soprattutto un Italia vs Europa, un termometro della scuola rallistica. Stavolta la bilancia pende verso il continente: Europa 69, Italia 60. È un punteggio che racconta una battaglia vera, tenuta in bilico fino all’ultimo. Lo sottolinea Alex Fiorio, motore organizzativo della manifestazione: “Il risultato è stato incerto sino all’ultimo. Congratulazioni a Rumeau, Loubet, Solans e Delecour. I nostri giovani, Trentin e Mabellini, hanno retto il confronto e questo è molto significativo.” Poi l’invito che suona già come appuntamento: “Ci vediamo alla prossima edizione. Il pubblico ci dice che questo genere di gare ha un posto preciso nel cuore degli appassionati.”

Nel bilancio emotivo, la Fiorio Cup 2025 trova il suo equilibrio tra tradizione e scoperta. Dopo la triade di successi firmati Andrea Crugnola e la parentesi iridata con Kalle Rovanperä, la vittoria di Mabellini rimette l’ago sul talento emergente italiano, capace di capitalizzare al momento giusto. Al tempo stesso, l’energia di Loubet, la crescita di Solanse l’irruzione di Rumeau mostrano che la scuola europea sa rigenerarsi, parlando linguaggi diversi, dalla pulizia del nord alla creatività mediterranea. Il resto lo fa Ceglie Messapica, cornice che unisce festa di piazza e tecnica di guida, e la Masseria Camarda, con le sue strade che sembrano scritte per far danzare una Toyota Yaris tra luci e ombre.

La notte torna silenziosa sulla Valle d’Itria. La gente defluisce piano, qualcuno resta a discutere tempi e traiettorie con la stessa passione di chi esce da un cinema dopo un grande film. La Fiorio Cup è questo: cinema dal vivo, ritmo breve e finale serrato. E se l’Europa batte l’Italia per punteggio, l’Italia porta a casa il volto del suo vincitore. È il compromesso perfetto di una gara che, anno dopo anno, si conferma laboratorio d’istinti, talento e futuro. Qui la passione non chiede permesso: attacca la speciale, accende i fari e va a prendersi il tempo.

TEMPI DELLE PROVE E CLASSIFICHE

 

Prima prova: ( Masseria Camarda km. 3.990 ) :

1. Loubet 4'08.82; 3. Molinaro + 2.40 ; 4 .Aghini +2.65; 5. Solans +3.69; 6 .Mabellini +8.90 ; 7. Trentin +9.53; 8. Delecour +11.20

Seconda prova (Masseria Camarda2 km.3.990):

1.Solans 4’03”43: 2. Loubet + 1,88; 3.Mabellini +2.40; 4. Trentin +2.80; 5 Molinaro +7.44; 6. Aghini +7.71 7; Rumeau +8.27;8.Delecour +10.20

Terza prova (Trullo Camarda1 km. 4.150):

1 Trentin 3.57.25; 2 .Mabellini +0.71; 3. Loubet 2.98; 4. Solans +4.66; 5.Rumeau +7.68; 6. Aghini +8.15 7; Delecour +10.41; 8.+ Molinaro + 13.22

Quarta prova in notturna (Trullo Camarda2 km.4.150)

1.Solans 3'58.82; 2.Trentin +0,78; 3.Mabellini +1,34; 4.Loubet +1.86; 5. Rumeau +7.16; 6. Aghini +8.06; 7.Delecour + 8.89; 8. Molinaro+ 14.13

Classifica finale individuale:

(somma dei tre migliori tempi)

1.Andrea MABELLINI – Virginia LENZI - Toyota GR Yaris Rally2 12’03”07

2.Pierre LOUBET - Loris PASCAUD - Toyota GR Yaris Rally2 12’035”64

3.Jan SOLANS – Elia OMETTO - Toyota GR Yaris Rally2 12’12”66

4.Sarah RUMEAU – Julie AMBLARD - Toyota GR Yaris Rally2 12’21”17

5.Giovanni TRENTIN – Alessandro FRANCO - Toyota GR Yaris Rally2 12’22”50

6.Andrea AGHINI - Massimiliano CERRAI - Toyota GR Yaris Rally2 12’22”84

7.Tamara MOLINARO – Lorenzo GRANAI - Toyota GR Yaris Rally2 12’3013

8.Francois DELECOUR – Eliott DELECOUR - Toyota GR Yaris Rally2 12’38”42