Porsche accelera sul taglio dei costi: Blume prepara un nuovo piano per il 2025 - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 16:47

Porsche accelera sul taglio dei costi: Blume prepara un nuovo piano per il 2025

Porsche avvia un secondo pacchetto di riduzione costi per rispondere alle tensioni commerciali globali e al calo delle vendite in Cina e USA.

Redazione Motori

Il futuro di Porsche non sarà una passeggiata sulle autostrade tedesche.

Il marchio simbolo della sportività made in Germany sta affrontando un momento di profonda trasformazione, reso ancora più complesso da dinamiche globali che mettono sotto pressione anche i modelli di business più solidi. A confermarlo è una lettera interna firmata dal CEO Oliver Blume e diffusa da Reuters, in cui si annuncia l’avvio di un nuovo ciclo di misure strutturali di riduzione dei costi, che prenderanno forma nella seconda metà del 2025.

Parole forti quelle di Blume, che ammette senza giri di parole come “il nostro modello di business, che ci ha servito bene per molti decenni, non funziona più nella sua forma attuale”. È una presa di coscienza rara nell’industria dell’auto, soprattutto per un brand come Porsche, che nel suo recente passato ha toccato picchi di valore in Borsa superiori persino alla casa madre Volkswagen. Ma oggi il contesto è cambiato. E non poco.

La Cina, che fino a poco tempo fa rappresentava uno dei mercati più strategici per Porsche, sta rallentando. Le vendite sono in calo, i concorrenti locali più aggressivi e l’interesse per marchi europei premium meno scontato di un tempo. Dall’altra parte dell’oceano, gli Stati Uniti hanno imposto ad aprile dazi del 27,5% sui veicoli importati dall’Europa. Una misura che pesa come un macigno per Porsche, che non ha stabilimenti produttivi in Nord America e continua a importare tutte le sue vetture dal Vecchio Continente.

In un clima del genere, l’unica opzione sul tavolo sembra essere quella del contenimento. E infatti, già all’inizio del 2024, la casa di Zuffenhausen aveva annunciato un taglio graduale di circa 1.900 posti di lavoro entro il 2029, dopo la mancata riconferma di 2.000 contratti temporanei. Ora, con l’annuncio del nuovo pacchetto di misure previsto per la seconda metà del prossimo anno, Porsche si prepara a una nuova fase di razionalizzazione.

Blume non ha ancora fornito dettagli specifici su quali saranno gli interventi futuri, ma l’orientamento è chiaro: contenere i costi per garantire la tenuta del business sul lungo periodo. Il piano sarà discusso insieme ai rappresentanti dei lavoratori, in un confronto che si preannuncia tutt’altro che semplice. Ma necessario. L’obiettivo è costruire una struttura più agile e resiliente, capace di affrontare un mercato sempre più frammentato, dove le regole del gioco cambiano da un mese all’altro.

L’ammissione da parte del CEO che serve un ripensamento profondo del modello aziendale non è solo un esercizio di trasparenza. È un chiaro segnale che Porsche non vuole aspettare che la crisi passi, ma intende reagire. La grande sfida sarà trovare un equilibrio tra i tagli e la capacità di innovare, mantenendo intatto il prestigio di un marchio che vive di passione, ingegneria di eccellenza e visione a lungo termine.

Il 2025 si preannuncia, quindi, come un anno cruciale per Porsche. Mentre il mondo dell’auto accelera verso l’elettrificazione, affronta nuove normative e si confronta con incertezze geopolitiche sempre più marcate, la casa tedesca dovrà dimostrare di saper evolvere senza snaturarsi. E la strada verso questo obiettivo, oggi più che mai, passa anche da scelte difficili.