Auto e Motori
Stellantis adotta la tecnologia NACS e apre ai Supercharger Tesla in USA e Asia
Con l’adozione dello standard NACS, i BEV Stellantis avranno accesso a oltre 28.000 Tesla Supercharger in Nord America, Giappone e Corea, rendendo più semplice il viaggio elettrico a lunga distanza.

La transizione elettrica fa un salto di qualità anche fuori dall’Europa. Stellantis ha annunciato l’adozione del connettore NACS (North American Charging System)
per i propri veicoli elettrici a batteria selezionati in Nord America, Giappone e Corea del Sud, aprendo ai clienti le porte di più di 28.000 colonnine Tesla Supercharger. Una mossa che va dritta al cuore di una delle principali preoccupazioni di chi guida elettrico: la disponibilità e la comodità della ricarica rapida durante i viaggi.
L’accordo prevede che, a partire dall’inizio del 2026 in Nord America e dal 2027 in Giappone e Corea del Sud, i proprietari di BEV Stellantis compatibili possano rifornirsi nelle stazioni Tesla Supercharger presenti nei cinque Paesi coinvolti. Non è solo una questione di numeri: è un cambiamento di percezione, perché rende l’idea di “rete chiusa” sempre meno vera e spinge verso un ecosistema di ricarica sempre più integrato.
NACS, un unico standard per viaggi più semplici
Con l’adozione del NACS, Stellantis si allinea a un trend ormai chiaro nel mondo della mobilità elettrica: semplificare la vita al cliente, riducendo la frammentazione degli standard di ricarica. Un unico connettore, un accesso diretto all’infrastruttura più capillare per la ricarica ad alta potenza, una maggiore prevedibilità quando si pianifica un viaggio di mille o più chilometri.
Per chi guida un BEV, sapere di poter contare su una rete di migliaia di punti Tesla Supercharger cambia concretamente il modo di usare l’auto: l’“ansia da autonomia” lascia spazio alla programmazione, il tempo di sosta si trasforma in una parentesi gestibile e gli spostamenti tra città e Stati diversi diventano meno complessi. È un tassello strategico nella promessa di libertà di scelta che il gruppo vuole offrire a chi passa all’elettrico.
Dai primi modelli alle nuove generazioni di BEV
La disponibilità della rete Tesla Supercharger inizierà nel 2026 con alcuni modelli BEV già attesi sul mercato nordamericano, come Jeep Wagoneer S e Dodge Charger Daytona, a cui seguirà nel corso dell’anno la Jeep Recon e una serie di nuovi prodotti elettrici. Sarà poi la volta di Giappone e Corea del Sud dal 2027, con l’estensione dell’accesso a ulteriori marchi e vetture del portafoglio Stellantis.
I dettagli tecnici su adattatori, compatibilità e modalità di utilizzo per i modelli già in circolazione verranno comunicati più avanti, ma la direzione è chiara: ampliare il più possibile l’accesso alle infrastrutture esistenti, senza costringere i clienti a cambiare abitudini o a districarsi tra standard diversi. Per il gruppo è un modo concreto per dare sostanza alla propria strategia sui veicoli elettrici e per rafforzare la fiducia nei viaggi a lunga distanza alimentati solo da energia.
Più scelta, più copertura, più fiducia nell’elettrico
Sbloccando un accesso più ampio all’infrastruttura di ricarica, Stellantis non si limita a seguire la concorrenza: manda un messaggio diretto a chi sta valutando il passaggio a un BEV. L’accordo con Tesla significa più scelta, più copertura e più controllo su come, dove e quando ricaricare la propria auto.
In un mercato dove la qualità dell’esperienza di ricarica pesa quanto l’autonomia dichiarata, poter contare sulla rete Tesla Supercharger è un argomento forte tanto per i privati quanto per le flotte. Per molti clienti potrebbe essere il tassello che mancava per superare le ultime resistenze e considerare la mobilità elettrica non più come un compromesso, ma come una soluzione matura per ogni tipo di spostamento.
