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Roma, 18 gen.(Adnkronos) - E' stato il 2021 "il vero anno nero per il mercato dell’auto in Europa" con un totale dei 12 mesi a 11.774.885 veicoli immatricolati nei 30 Paesi (UE+UK+EFTA), in calo sia rispetto al 2020 (-1,5%) sia nel confronto con il 2019 (-25,5%), rispetto al quale si registra una perdita di oltre 4 milioni di veicoli. Lo sottolinea l'Unrae, che osserva poi come "è l’Italia il fanalino di coda di dicembre 2021, peggior risultato del mese con -27,5%, che conferma il quarto posto per i volumi fra i cinque Major Markets sia nel mese sia nel totale anno. Un anno chiuso con un drammatico -24% rispetto al 2019 e un apparente +5,5% rispetto al 2020: ma anche il confronto col 2020 diviene impietoso, registrando un calo del 10,1%, se si tiene conto dei 38 giorni lavorativi persi col lockdown". Il 2022 - spiega l'associazione dei costruttori stranieri - non si preannuncia molto diverso, a causa della mancanza di incentivi, il cui esaurimento ha iniziato a pesare sui numeri degli ultimi mesi del 2021 e si vedrà pienamente nei prossimi. L’Italia resta infatti l’unico fra i cinque Paesi a non aver finora previsto per il 2022 sostegni alla domanda di veicoli a zero o bassissime emissioni".Una carenza rimarcata dal Direttore Generale dell’UNRAE Andrea Cardinali: “Per aiutare l’ambiente, anche rinnovando il parco circolante, e per sostenere consumatori e aziende nel passaggio alla nuova mobilità, sono necessari incentivi almeno triennali, eventualmente con importi a scalare, per le vetture fino a 60 g/Km di CO2. Parallelamente, è fondamentale prevedere una capillare infrastrutturazione del Paese, anche con punti di ricarica ad alta potenza, tramite un cronoprogramma dettagliato per l’investimento dei fondi stanziati con il PNRR”. “Allo stesso tempo – aggiunge Cardinali – ormai non è più rinviabile una complessiva riforma fiscale sul settore, in particolare per le auto aziendali a bassissime emissioni, a sostegno delle imprese italiane oggi penalizzate rispetto agli altri Paesi europei. Riteniamo quindi necessario, innanzitutto, che il Governo italiano non presenti alla Commissione Europea l’ennesima domanda di proroga per la deroga al diritto comunitario sulla detraibilità dell’IVA, visto l’approssimarsi della scadenza del 1° aprile.”





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