(Adnkronos) - Stesso copione al Senato, dove il primo agosto il governo pone e ottiene la fiducia sull'ordine del giorno presentato dalla maggioranza che approva le comunicazioni dell'esecutivo. Poi nei giorni successivi via libera ad altri due voti di fiducia sempre relativi alla legge Mammì.Andreotti nel 1991 dovrà fare i conti con un'altra defezione all'interno della compagine governativa, che stavolta però porterà alla crisi di governo e alla nascita del suo settimo e ultimo gabinetto. Il 29 marzo è infatti costretto a dimettersi per il ritiro dei ministri del Pri. Dopo aver riottenuto l'incarico, darà vita ad un esecutivo senza ministri repubblicani, sostenuto da Dc, Psi, Psdi e Pli che arriverà al termine della legislatura nel 1992.Da ricordare anche la vicenda particolare del governo di Carlo Azeglio Ciampi, il primo presieduto da un non parlamentare. Dopo il giuramento del 28 aprile del 1993 e prima ancora di presentarsi alle Camere, il 4 maggio sostituì i ministri dimissionari Augusto Barbera, Vincenzo Visco e Luigi Berlinguer, indicati dal Pds, e Francesco Rutelli (all'epoca nei Verdi), che lasciarono il governo dopo il no della Camera, il 29 aprile, all'autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi. Quindi si presentò in Parlamento, ottenendo la fiducia dalla Camera il 7 maggio e dal Senato il 12 maggio, con l'astensione del Pds.
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