Roma, 9 mag. (Adnkronos) - "Quella revoca fu un errore e le segnalazioni che c'erano state, visto quello che accadde, furono sbagliate. Ricordo vi furono anche valutazioni discordanti tra il comitato per l'ordine e la sicurezza di Roma e quello di Bologna... Bologna non assegnò la scorta al professor Biagi". Lo dice all'Adnkronos Claudio Scajola, ministro dell'Interno il 19 marzo del 2002 quando Marco Biagi venne assassinato dalle Br a Bologna, mentre tornava a casa in bicicletta. Scajola, oggi la vedova di Biagi parlando in aula Montecitorio ha detto che la revoca della scorta al marito fu un errore imperdonabile. Si sente chiamato in causa? "Le scorte non le dà il ministro, vengono assegnate dal comitato per l'ordine e la sicurezza. A suo tempo vi fu un indagine interna alla Polizia di Stato e c'erano state delle segnalazioni che, da quello che è successo, furono evidentemente sbagliate. Poi in questi vent'anni sono state fatte enormi strumentalizzazioni, non ovviamente dalla signora Biagi che è una vittima". "Ricordo -aggiunge Scajola- che vi furono delle valutazioni discordanti tra il comitato di Roma e quello di Bologna. Quando il professor Biagi veniva a Roma aveva una scorta, mentre a Bologna decisero diversamente. Questa è la storia e questa è la verità. Poi dal punto di vista umano, da ministro dell'Interno fui profondamente turbato, ho sofferto tremendamente. Scrissi anche una lettera alla signora Biagi scusandomi, da parte dello Stato, per la sua inadempienza".
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