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Nuovo Dpcm: ristoranti, palestre, bar. Ecco quanto costa il semi-lockdown

NUOVO DPCM, CHIUSURA ANTICIPATA ALLE 18 PER BAR E RISTORANTI. COSI' SI BRUCIA 1 MLD

La chiusura anticipata alle 18,00 della ristorazione con il crollo delle attivita' di bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie, ristoranti e pizzerie ha un effetto negativo a cascata sull'agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato di oltre un miliardo per le mancate vendite di cibo e bevande nel solo mese di applicazione delle misure di contenimento. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti, in riferimento al varo del Dpcm, in relazione all'impatto sull'intera filiera agroalimentare della chiusura di ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie alle ore 18,00 e della diffusione dello smart working che taglia le pause pranzo. Un drastico crollo dell'attivita' che - sottolinea la Coldiretti - pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualita' che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione - precisa la Coldiretti - rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.

La spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell'emergenza coronavirus - sottolinea - era pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani. Nell'attivita' di ristorazione sono coinvolte circa 330mila tra bar, mense e ristoranti lungo la Penisola ma anche 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,8 milioni di posti di lavoro. "Le limitazioni alle attivita' di impresa devono dunque prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come la decontribuzione protratte anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di stato", ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare la necessita' di "salvaguardare il sistema agroalimentare nazionale che rappresenta la prima ricchezza del paese e svolge un ruolo da traino per l'intero sistema economico Made in Italy in Italia e all'estero".

NUOVO DPCM, CIA: "STOP ALLE 18 AGRITURISMI EQUIVALE A CHIUSURA ATTIVITÀ"

"Lo stop alle 18 previsto dal nuovo Dpcm per le 24mila strutture agrituristiche nazionali equivale alla chiusura delle attivita', che non potranno sostenere i costi di apertura con i soli proventi del pranzo, i cui introiti nei giorni feriali hanno incidenza molto ridotta rispetto a quelli determinati dalla fascia oraria 18-21". E' quanto si legge nella nota di CIA-Agricoltori Italiani in riferimento al nuovo Dpcm. "La misura del Governo non tiene, inoltre, in nessun conto delle garanzie di distanziamento sociale offerte dagli spazi in piena campagna e mettera' definitivamente in crisi un settore che era faticosamente in ripresa dopo mesi di lockdown, con un danno fin qui stimato da CIA-Agricoltori Italiani in 600 milioni. Se a queste ingenti perdite di quote di mercato si aggiungeranno i prevedibili effetti delle nuove misure restrittive, assisteremo, dunque, a un'ecatombe di fallimenti con ricadute disastrose per i 100mila addetti del settore. Il nuovo Dpcm avra' anche un impatto fortemente negativo per tutte le aziende agricole che hanno come unico sbocco commerciale il canale dell'Horeca -ristoranti, bar, mense, hotel- e che pagheranno un conto salato per la contrazione delle forniture di cibo fresco a tutto il comparto dell'agroalimentare 'fuori casa', in un Paese in cui circa un terzo dei consumi viene realizzato lontano dalle mura domestiche".

NUOVO DPCM, SETTORE GIOCO PUBBLICO: "CHIUSURA TOTALE NON HA FONDAMENTO"

"Oggi, anche alla luce dei protocolli sanitari adottati e dei dati che registrano l'assenza di focolai nelle sale dove si svolge il Gioco Pubblico, non troverebbe fondamento una chiusura totale del settore che causerebbe danni irreparabili ad una filiera che contribuisce a oltre la meta' del gettito erariale annuo proveniente dal comparto dei giochi pubblici. Crediamo che le limitazioni orarie alle sale gioco, sale bingo e sale scommesse, in linea con quanto previsto per altri esercizi di vendita al dettaglio, siano misure sufficienti per contrastare la seconda ondata di contagi. Facciamo dunque appello alle Istituzioni affinche' anche il nostro comparto sia tutelato come altri settori dell’economia". Questo il passaggio chiave di una comunicazione inviata poco fa da Acadi-Confcommercio, Fiegl-Confesercenti e Sgi-Confindustria in rappresentanza delle circa 70.000 aziende del comparto giochi pubblici, alla Presidenza del Consiglio, al Ministro ed al Sottosegretario dell'Economia e all'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. "Le nostre realta' - prosegue la nota - in rappresentanza della maggioranza del settore del comparto del Gioco Pubblico in Italia, apprendono con forte preoccupazione le notizie circolate in merito alle misure in promulgazione nelle prossime ore che chiuderebbero tutte le sale da gioco, le sale bingo e le sale scommesse su tutto il territorio nazionale.

NUOVO DPCM, CONFEDILIZIA: "PREOCCUPATI DA MISURE" 

Le nuove restrizioni del governo preoccupano Confedilizia e ancora di piu' mettono in agitazione i proprietari degli immobili che temono una forte riduzione degli introiti. La chiusura di attivita' commerciali, la difficolta' degli affittuari di rispettare le scadenze sui canoni, il pagamento dell'Imu diventano per l'organizzazione motivo di grande preoccupazione. Come si evince dalle parole del presidente Giorgio Spaziani Testa che raggiunto dall'Italpress commenta le ultime scelte dell'esecutivo Conte. "Credo che sulla parte che ci riguarda di piu', con il credito d'imposta sugli affitti commerciali per i mesi di ottobre e novembre, l'aiuto sia insufficiente; gia' prima dei queste nuove misure avevamo chiesto al governo che fosse concessa un'estensione della misura fino alla fine dell'anno, senza salti e senza interruzioni, e non come e' stato fatto dapprima da marzo a giugno e poi settembre e ottobre. La situazione per il nostro settore e' molto critica, anche alla luce dell'annuncio di un intervento sulla seconda rata dell'Imu limitato ad alcuni soggetti, invece dovrebbe essere esteso a tutti i proprietari che danno in affitto un immobile e non solo se limitato alle attivita' commerciali".

Per Spaziani Testa, sul tema Imu "servirebbero provvedimenti piu' pesanti, il carico Imu non e' piu' sopportabile in questa fase, dal momento che sono venuti a mancare tipologie di affitto brevi, come ad esempio quelli turistici; gli affitti agli studenti sono crollati, e poi c'e' la difficolta' dei pagamenti dei canoni negli affitti lunghi". Il presidente di Confedilizia  critica la risposta di questi mesi data dal governo sulle istanze dell'organizzazione: "Le risposte di un governo si valutano attraverso i provvedimenti, come quando si e' parlato di ristoro e poi i destinatari delle misure non hanno visto nulla; alcuni proprietari di immobili non hanno avuto nulla, altri hanno ricevuto un insufficiente sostegno". Per Spaziani Testa l'impatto economico del credito d'imposta, che copra tutti i mesi da marzo fino a dicembre non appare proibitivo in rapporto al costo della manovra: "Non si vede quindi il motivo - ragiona - per non fare uno sforzo maggiore. La misura del credito d'imposta deve essere portata fino a dicembre, il governo sta facendo delle operazioni a pezzettini che non vanno bene".

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    cibo vino covid dpcm


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