Politica
Ballottaggi, svolta Pd: ora il nemico è Salvini e non più Grillo

Il Pd tenta di dividere il Centrodestra sottolineando la "trazione leghista"
Virata a 360 gradi del Pd renziano. L'effetto ballottaggi cambia radicalmente la strategia del Nazareno: il nemico numero uno non è più Beppe Grillo ma Matteo Salvini. Si tratta di una svolta non da poco anche perché per mesi l'ex premier e il giglio magico hanno bombardato i grillini (e viceversa) in un duello quotidiano senza esclusione di colpi, salvo poi svegliarsi all'indomani delle Amministrative scoprendo che il vero rivale del Pd non sono i 5 Stelle ma il Centrodestra a trazione leghista che conquista Genova, La Spezia, Como, Monza, Sesto San Giovanni e perde solo di un soffio a Padova.
"Ci sono sconfitte che bruciano, come quelle dell'Aquila e Genova, vittorie importanti come Taranto, Lecce e Padova". E' l'analisi dei ballottaggi di Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria Pd, il quale sottolinea che "è comunque un voto amministrativo parziale con un'alta percentuale di astenuti. Al primo turno il M5S è rimasto fuori e il Centrosinistra ha avuto un leggero calo. Il Centrodestra invece si riprende, ma a trazione leghista". Guerini ha ricordato che a Genova "il M5S ha chiesto al proprio elettorato di votare per il candidato di destra. Vedremo i flussi. Per ora è una sensazione derivante dalla comunanza di opinioni su alcuni temi, come l'immigrazione e anche la considerazione che hanno dell'Europa. Nelle prossime settimane valuteremo come sono andati e dove i voti". Secondo l'esponente dem e' emerso "un elettorato di centrodestra a forte guida leghista con forti sovrapposizioni grilline, come si è visto in questi giorni sul tema dell'immigrazione e dello ius soli. Si sta coagulando un blocco di destra sovranista dove il Pd è l'unico argine. Questo è il vero pericolo da considerare".
Di Fatto Guerini anticipa la nuova strategia di Renzi: mollare i grillini ai loro problemi di Torino e Roma e concentrarsi sul Centrodestra. Il piano è ovvio: sottolineando la "trazione leghista" il Pd spera di far infuriare Forza Italia, impegnata (eccetto Toti) ad osannare il "rinato" Berlusconi, cercando di ostacolare la ricostruzione della storica alleanza tra il Carroccio e gli azzurri. Renzi e i suoi però hanno quantomeno sbagliato i calcoli, impegnati a picchiare sui 5 Stelle non si erano accorti che il Centrodestra stava risorgendo. E ora corrono ai ripari.