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Coronavirus, governo rivaluti la fase 2 e il Parlamento torni a lavorare

Coronavirus, governo rivaluti la fase 2 e il Parlamento torni a lavorare

Ci rendiamo perfettamente conto che col senno del poi è facile disquisire sulle misure personali imposte dal Governo per fronteggiare l’emergenza del Coronavirus, ma ad oggi non possiamo assolutamente permetterci di trascurare i dati reali. Come evidenziato in un recente comunicato dei medici dell’AMPAS (molti dei quali impegnati in prima linea nella lotta contro il Coronavirus) che si condivide nelle linee essenziali, il numero dei contagiati non è affidabile poiché dipende dal numero di tamponi effettuato. E si fa sempre più strada l’idea che la grande maggioranza della popolazione potrebbe già avere incontrato il virus senza saperlo. Sarebbe pertanto opportuno effettuare un test sierologico, che è di costo contenuto e che consente di sapere se la malattia è in corso oppure se è stata già superata. Questi ultimi, ad esempio, potrebbero già serenamente ricominciare a muoversi senza particolari cautele né per sé né per gli altri.

Non disconosciamo la grave situazione che continuano ad attraversare molti ospedali del Nord né l’elevatissimo prezzo in termini di vite umane pagato da medici, infermieri e farmacisti, ai quali va eterna riconoscenza e gratitudine da parte di tutto il popolo italiano, ma è un dato di fatto che ad oggi le zone più colpite rimangono la Lombardia e, nello specifico, soprattutto alcuni comuni compresi nelle province di Bergamo, Brescia, Piacenza e Pavia dove, secondo gli indici ISTAT, nei primi mesi dell’anno, si é registrato un tasso di mortalità fino a 3 o 4 volte superiore rispetto agli anni precedenti.  Alla luce dei superiori dati ci si chiede se oggi siano ancora giustificate misure così restrittive della libertà personale indistintamente su tutto il territorio nazionale, anche laddove i dati sono assai più rassicuranti.

Il lockdown totale sta mettendo in ginocchio tutti i settori dell’economia nazionale. Tra i più colpiti, il turismo (con la ristorazione e l’alberghiero letteralmente a pezzi), il commercio, i trasporti e l’artigianato. Si parla che moltissime attività non saranno in grado riaprire. Le misure economiche fino ad oggi sono soltanto un palliativo, assolutamente inadeguate a fronteggiare una crisi economica di dimensioni epocali. Va dato atto inoltre che in molti paesi, come l’Australia, il Giappone, la Korea, la Svezia, Taiwan, ma anche la stessa Germania, dove non sono state utilizzate le stesse misure restrittive dell’Italia, il tasso ufficiale di diffusione del contagio e i decessi non sono assolutamente fuori controllo.

Di fronte alla gravissima prospettiva di un calo del PIL stimato intorno al 20% ed al concreto pericolo della mancata riapertura di migliaia di attività, è indispensabile e non più procrastinabile che il Governo riveda il calendario delle riaperture e del ritorno alla normalità, prevedendo il mantenimento di misure più restrittive e di maggior cautela nelle Regioni o nelle Province più a rischio.  Si chiudano infine tutte le inutili Task force che finora si sono dimostrate assolutamente inefficaci e sono servite soltanto a deresponsabilizzare gli organi politici. Il Parlamento torni a lavorare a pieno regime riappropriandosi delle sue funzioni di organo rappresentativo della volontà popolare.   

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