Politica
Donzelli vuole l'“autostrada tirrenica”. Ma la radical.chic Cirinnà insorge

Capalbio è il buen retiro di molti politici di sinistra
“Donzelli? Il solito maleducato. Ce l'ha con noi perché, essendo un ideologico, lui basta che vede rosso, vede sinistra e la colpa è sempre lì. Ma in realtà non sa assolutamente di cosa parla”
Il motivo del contendere è la cosiddetta “autostrada tirrenica”, fondamentale per connettere Grosseto con Pisa, grazie al completamento della tratta tra Tarquinia e Rosignano, ma per fare questo occorre passare davanti al premiato paese dei radical – chic di sinistra, e cioè Capalbio.
Giovanni Donzelli che è un toscanaccio di destra, una specie assolutamente rarissima in quelle contrade rosse, e che per di più è il responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia, è ritornato sul tema con una stoccata al Tuscany Hall e ha illustrato la nuova autostrada che sarà dedicata all’ex ministro dell’Ambiente Altero Matteoli “con buona pace degli ambientalisti di Capalbio”.
Come dicevamo Capalbio è il buen retiro di molti politici di sinistra, di quelli –per intenderci- che blaterano sulle periferie degradate però loro stanno in villa e girano con i suvvoni metallizzati da combattimento.
La prima a rispondere inviperita come non mai è la ex senatrice Monica Cirinnà che dopo varie catastrofi elettorali a Capalbio ci si è trasferita e mo fa pure la contadina (un’altra fissa dei radical –chic tutti marmellatine e cremette biologiche).
Qualche tempo fa tornò agli onori della cronaca per una buffa e strana storia: quella della cuccia che produceva da sola soldi dal nulla, ben 24.000 euro. Chi non vorrebbe possedere questo strano congegno?
Ne ho parlato qui
Ma torniamo all’attualità.
E dunque ella ha così ha replicato all’esponente di FdI:
“Donzelli? Il solito maleducato. Ce l'ha con noi perché, essendo un ideologico, lui basta che vede rosso, vede sinistra e la colpa è sempre lì. Ma in realtà non sa assolutamente di cosa parla”.
E poi, la pasionaria rossa, invero sempre più sciupata dagli insulti dell’età e dalle polemiche, continua:
“Sono 50 anni che si parla di quest’opera, ma la vuole soltanto chi pensa di fare un regalo ai concessionari e di buttare qualche milione di euro, perché l’autostrada non è necessaria, basta analizzare i carichi traffico che sono essenzialmente stagionali”.
Capito?
La Cirinnà sta agendo per il pubblico bene, mica per lei che si troverebbe le macchine sfrecciargli dentro casa.
Naturalmente sotto c’è l’inganno, un tranello e cioè i “concessionari” vogliono un “regalo”.
Peccato che qui i concessionari siano tutti rossi come un pomodoro e se hanno per caso gioito in passato lo hanno fatto per le giunte rosse amiche. Ed in soccorso a questa tesi giunge ratto e tosto
Chicco Testa che, ex ambientalista poi riconvertito allo sviluppismo più sfrenato, l’autostrada invece la vuole fare (c’avrà la villa lontano) ma precisa: “le strade non si fanno contro qualcuno, ma a favore di tutti. E prima di strumentalizzare dovrebbe ricordare che la prima decisione di fare un’autostrada lì fu presa dal governo Amato nel 2001, inutile fare battute inutili e controproducenti”.
Quindi veniamo a sapere che il progetto è stato per primo presentato dalla sinistra con buona pace della povera Cirinnà e dei suoi fantomatici complotti “neri”.
Ed in conclusione una considerazione di tipo filosofico – economico.
Che bella ‘sta cuccia che fa i soldi da sola. Una domanda sorge spontanea: ma non se ne potrebbe installare una in periferia, anche un modello antiquato per carità, in modo che anche i poveri possano usufruirne? Sarebbe una bella cosa, peraltro non prevista dalla teoria economica di quel furbacchione di Carlo Marx nel Capitale che viveva con i soldi di Engels possedente una famosa fabbrica di birra.
Ma non è che pure Marx era radical – chic?