Draghi pronto per guidare la Commissione europea. Con l'ok di Meloni e dei principali Paesi dell'Unione. Ursula? Come Mattarella in Germania - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 14:39

Draghi pronto per guidare la Commissione europea. Con l'ok di Meloni e dei principali Paesi dell'Unione. Ursula? Come Mattarella in Germania

Il discorso a Oviedo di super-Mario toglie ogni dubbio

Di Alberto Maggi

Una svolta draghiana, sostenuta da Forza Italia e dalla famiglia Berlusconi, che potrebbe portare a nuovi scenari e a un ruolo più forte dell'Unione nello scacchiere internazionale


“L’unica via per l'Unione europea è un federalismo pragmatico”. Le parole pronunciate da Mario Draghi dopo aver ricevuto a Oviedo, in Spagna, il Premio Princesa de Asturias per la Cooperazione internazionale, nel corso di una cerimonia ufficiale al Teatro Campoamor di Oviedo alla presenza del re Felipe VI, dalla regina Letizia e della Principessa delle Asturie Leonor, sono un chiarissimo segnale che è arrivato forte e chiaro ai piani alti di Bruxelles. Inutile nasconderlo, tutti sanno che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è invisa a gran parte dei 27 Paesi dell'Unione.

Nessuno dimentica il suo "ok" senza proferire parola a Donald Trump in Scozia sui dazi sui rapporti commerciali tra Vecchio Continente e Stati Uniti d'America. Non solo. La politica tedesca, al secondo mandato, è contestata da destra - ad esempio anche dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni - per l'eccessivo ambientalismo che con il Green Deal penalizza le industrie europee (e italiane). Ed è osteggiata a sinistra, ad esempio dal Partito Democratico di Elly Schlein, per il suo presunto appiattimento sulla destra. La maggioranza Ursula vacilla, traballa, è sempre appesa a qualche voto al Parlamento europeo, attaccata da entrambi gli schieramenti.

L'ex premier ed ex presidente della Banca Centrale Europea, come si usa dire, s'offre (rigorosamente con l'apostrofo), come aveva già fatto in passato, per sostituire von der Leyen alla presidenza dell'esecutivo Ue. Draghi, parlando in Spagna, si è assicurato il sostegno sia di Pedro Sanchez, premier che piace tantissimo ai Dem, sia dei Popolari spagnoli. E certamente avrebbe il pieno sostegno di Emmanuel Macron, il debolissimo (in patria) presidente francese che non ha mai avuto un ottimo rapporto con Ursula. In Germania, pur essendo la presidente della Commissione della Cdu del Cancelliere Friedrich Merz esponente della CDU-CSU, non vedrebbero male una svolta a Bruxelles.

E ovviamente in Italia Giorgia Meloni sarebbe ben felice di vedere Draghi alla guida dell'Europa, considerando anche le posizioni ondivaghe e mai ben definite di von der Leyen sul rapporto con la Casa Bianca e sul conflitto in Ucraina, oltre che sulla situazione in Medio Oriente. In sostanza, da più parti della politica italiana ed europea, il discorso di Draghi a Oviedo viene letto come una vera e propria auto-candidatura alla guida della Commissione europea al posto della "bollita" Ursula. Un avvicendamento che potrebbe avvenire all'inizio del prossimo anno con il via libera del governo italiano (nonostante la Lega che comunque è sempre anti-Ue), dell'Eliseo, della Cancelleria di Berlino e i Madrid (governo e opposizione di centrodestra).

Va sottolineato che per la segretaria Dem Schlein sarebbe un passaggio difficile perché votare Draghi al Parlamento europeo significherebbe di fatto dar ragione alla minoranza di Lorenzo Guerini e dei riformisti come Pina Picierno e Paolo Gentiloni, allontanandosi così dal Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte e da AVS che certamente in Europa voterebbe contro l'ex capo del governo.

Una svolta draghiana, sostenuta da Forza Italia e dalla famiglia Berlusconi, che potrebbe portare a nuovi scenari e a un ruolo più forte dell'Unione nello scacchiere geo-politico ed economico internazionale. E von der Leyen che fine farà? Pronta per lei una poltrona di grande prestigio. Nel febbraio del 2027, basta attendere un anno, scadrà il secondo mandato di Frank-Walter Steinmeier come presidente della Repubblica Federale Tedesca, eletto - come in Italia - dal Parlamento. E Ursula andrebbe proprio al suo posto. Così i tasselli del puzzle si incastrano tutti.

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