Politica
Elezioni, tira una brutta aria per il Csx e per i media “amici” di Letta & C

Maggioranza assoluta per il Centrodestra in entrambi i rami del Parlamento, ancora più netta al Senato che alla Camera
La tempesta perfetta d’autunno è già qui, anticipatrice della gelata d’inverno
A cinque settimane dalle elezioni politiche del 25 settembre c’è la conferma che i partiti e i partitini sono chiusi nelle loro beghe interne in cerca di alleanze e di voti, ripetendo slogan, lontani dal Paese e dal mondo reale. L’impennata del prezzo del gas in pieno agosto (balzo su base annua del 250% con previsioni di un ulteriore +60% entro l’anno!) e il crollo dell’euro di ieri sono il doppio segnale d’allarme della divaricazione tra mercati dell’energia ed economia reale, l’ennesimo avviso della doppia crisi pronta a esplodere. In altre parole, la crisi del gas non vuol dire (solo) case e uffici prossimamente meno riscaldati ma, soprattutto, crisi industriale. In mancanza di garanzie delle forniture energetiche affidabili e a prezzi sostenibili anche in Italia si abbatterà l’ondata di una crisi economica e sociale di forte intensità.
Ecco perché, archiviate alla bell’e megliole ferie estive, aziende, lavoratori, famiglie sono già in affanno. Nel Paese, in un quadro internazionale ricco di incognite, le emergenze non si contano più. Un intero stile di vita conquistato negli ultimi cinquant’anni è a rischio. La tempesta perfetta d’autunno è già qui, anticipatrice della gelata d’inverno. Prima del 25 settembre, c’è un appuntamento di cui nessuno parla, quello dell’8 settembre, quando la Bce deciderà su un nuovo rialzo dei tassi, decisivi per il destino della nostra economia e del Paese. Questi partiti e queste leadership politiche e istituzionali sono in grado di far fronte a questa situazione, alle emergenze in arrivo? Tutti pensano a raccattare voti ma non tutti, evidentemente, ci riescono. Al di là delle dichiarazioni dei singoli leader di partito anche gli ultimi sondaggi di You Trend pubblicati ieri in esclusiva su Affaritaliani.it dicono chiaramente l’aria che tira.
Maggioranza assoluta per il Centrodestra in entrambi i rami del Parlamento, ancora più netta al Senato che alla Camera. Centrosinistra staccatissimo e M5S davanti al Terzo Polo di Calenda-Renzi. Alla Camera Centrodestra con 235-255 seggi totali rispetto ai 92-112 del Centrosinistra, ai 22-32 del M5S, ai 10-20 del Terzo polo. Al Senato Centrodestra 120-135 seggi; Centrosinistra 40-55 seggi; M5S 10-20; Terzo Polo 2-10. I sondaggi, si sa, vanno presi con le pinze. L’aria che tira fa capire che c’è uno spostamento dei consensi verso il centrodestra e che gli attuali astenuti, oggi sopra il 35%, saranno un handicap più per il centrosinistra che per il centrodestra. Insomma, l’Italia è alla vigilia di una svolta politico-istituzionale, di un’altra svolta, addirittura ancor più significativa di quella del 1994 con la “discesa in campo” di Silvio Berlusconi e che, ancor più di allora, potrebbe far cambiare musica e musicanti. E’ un fatto che, se questi sondaggi saranno confermati dal voto del 25 settembre, il centrodestra a guida Fdi di Giorgia Meloni si prende l’Italia. Se così vogliono gli italiani, così sarà. Piaccia o no. Se ne facciano una ragione Letta e il suo Pd con l’armatina Brancaleone dei suoi alleati.
Non si può insistere sulla litania che gli italiani sono “responsabili” solo quando votano da una parte, premiando il centrosinistra, e diventano “irresponsabili” se votano per il centrodestra. Evidentemente Pd e alleati pagano il conto per le giravolte ultra decennali su identità, politiche, contenuti e alleanze. Alla fine, i fatti, cioè le urne, potrebbero dimostrare che il partito personale, di plastica, di anti italiani, non è quello di Berlusconi, di Salvini, della Meloni, se partiti capaci di aggregare più consensi e vincere le elezioni politiche dopo l’esperienza del governo di unità nazionale guidato da un “cavallo di razza” come Draghi, ma quello dei loro avversari, in primis del Pd. Che dire? Che se davvero il 25 settembre finirà così, ad essere messi col didietroa terra non saranno solo il Pd e i suoi claudicanti e sparuti alleati ma anche tutto l’ambaradan del sistema mediatico (internet, radio tv giornaloni) autoproclamatisi come unici autorevoli, obiettivi, veritieri. Il loro monito-refrain: “Mamma li Turchi” riferito alla vittoria elettorale del centrodestra con la possibilità della Meloni premier evidentemente può fare l’effetto opposto. Una ragione in più per rivoltare come un calzino non solo i palazzi del potere (partiti e istituzioni) ma anche ripulire i “sepolcri imbiancati” dei grandi media e dintorni.