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Politica
Elio Vito va all'Agorà del Pd: “FI è liberale, incompatibile con Lega e FDI"
Elio Vito alla manifestazione per i diritti civili dell'associazione "I Sentinelli", molto vicina al centrosinistra (IPA)

L’intervista di Affaritaliani.it a Vito (Forza Italia)

Tra i deputati di Forza Italia, Elio Vito è considerato “l’eretico”, per via di posizioni spesso disallineate da quelle del partito. Eletto per la prima volta coi radicali e poi ministro dei Rapporti con il Parlamento nel Governo Berlusconi IV, Vito ha sostenuto diverse battaglie del centrosinistra, dal DDL Zan al referendum sull’eutanasia, ma nessuno si aspettava di ritrovarlo nel panel di una delle “Agorà” lanciate dal Pd: giovedì 18 febbraio, a partire dalle 18.00, il forzista discute del diritto di cittadinanza insieme ad esponenti della sinistra Dem come l’europarlamentare Pierfrancesco Majorino, la deputata Giuditta Pini e l’assessore al Welfare del Comune di Milano Lamberto Bertolè. 

Onorevole Vito, per quanto le “Agorà” del Pd siano aperte a tutti, sinceramente non mi aspettavo di trovarvi anche un esponente di Forza Italia. Come mai ha fatto questa scelta?

“A me fa molto piacere che lei l’abbia colto, perché secondo me è una cosa davvero importante. Per me, ovviamente, ma anche per il senso delle Agorà, che come ho sempre detto sono una bella iniziativa messa in campo da Enrico Letta proprio per stimolare il confronto anche al di fuori del suo partito. Per questo ho aderito molto volentieri, in particolare sul tema specifico della legge sulla cittadinanza, una questione che dobbiamo risolvere ormai da 15 anni”.

La sua parte politica non la pensa esattamente come lei, ma non è certo la prima volta…

“Infatti. E’ per questo che mi definiscono ‘l’eretico’ di Forza Italia”.

Non è che per caso sta meditando di iscriversi al Pd e quindi vi si avvicina progressivamente?

“No, no (ride). Matrimoni e divorzi si fanno sempre in due e il mio con Forza Italia è di lunga data. Vedremo, ma intanto guardo con molta attenzione a quello che accade nella politica italiana. Sono io che sono diventato eretico o è Forza Italia che ha abbandonato la sua tradizione liberale? Le cose che io dico sui diritti civili, ad esempio sostenendo il DDL Zan, certamente sarebbero state dette anche dalla Forza Italia del 1994! Il mio partito ancora oggi si proclama europeista, ma in Europa questi temi sono portati avanti dal PPE! E’ stata Ursula von der Leyen a fare le leggi contro la discriminazione e a contestare il comportamento di Ungheria e Polonia. Credo che sia Forza Italia ad avere un problema con la sua vocazione liberale, europeista e popolare… che non è clericale”.

A questo proposito, la sua proposta di legge per abolire il Concordato è davvero clamorosa: nemmeno nell’estrema sinistra si osa tanto…

“L'ho presentata ieri, 17 febbraio, perché era una data particolare: l’anniversario del rogo di Giordano Bruno e il giorno dopo la bocciatura dei referendum da parte della Consulta. Mi rendo conto che sarà un percorso lungo e difficile, ma prima o poi bisognerà pure cominciare a parlarne. Siamo nel 2022 e vanno regolati i rapporti tra Stato e Chiesa, evitando ingerenze come la lettera sul DDL Zan, una cosa senza precedenti, e le parole del Papa proprio nel corso della discussione sulla legge sul fine vita. Nessuno mette in discussione l’indipendenza e la sovranità dello Stato Vaticano, ma la Chiesa Cattolica va trattata alla stessa stregua di tutte le altre, secondo l’art. 8 della Costituzione, ma senza nessun privilegio”.

Come mai pensa che Forza Italia si sia spostata dalle posizioni liberali dei suoi inizi?

“I rapporti di forza all’interno del centrodestra sono cambiati e Forza Italia ha assecondato l’ondata sovranista. La questione va ridefinita. Sono laico anche in politica e credo che le alleanze vadano fatte sui contenuti: se Forza Italia vuole essere davvero un partito liberale, garantista, attento ai diritti civili, europeista ed atlantico (e non filo-russo), allora deve allearsi con chi ha dei contenuti coerenti. L’attuale alleanza è fatta con partiti che hanno contenuti diversi dai nostri. Tajani dice che dobbiamo restare nel centrodestra per via della legge elettorale, ma per me bisogna guardare ai contenuti: se scopri delle incompatibilità con gli alleati, bisogna risolverle. E secondo me queste incompatibilità ci sono, eccome”.

Quindi lei auspica che Forza Italia guardi verso altre forze politiche, come ad esempio Italia Viva o lo stesso Pd?

“Italia Viva sicuramente no, perché io non credo nelle operazioni centriste. Non mi piace l’idea di un centro che, a seconda delle convenienze, si schieri di qui o di là. Ripeto che bisogna guardare ai contenuti e se su questo troveremo più affinità con Pd e M5S, credo che ci si possa alleare con loro. Ormai sono caduti gli steccati ideologici e Forza Italia può permetterselo. Penso che una scelta del genere oltretutto corrisponda con l’idea che i cittadini hanno della politica. D’altra parte, in Europa i Popolari governano con i socialdemocratici. Molti dicono che siamo condannati a stare con la Lega e Fratelli d’Italia: io non lo escludo, ma solo se sono coerenti con il nostro programma. Tutto dipende da cosa vogliamo fare, anche in campo economico”.

Si riferisce alle concessioni degli impianti balneari?

“Come può Forza Italia non stare dalla parte delle liberalizzazioni? Ho la sensazione che anche sui temi economici ci si stia allontanando dalle origini. Rischiamo di trovarci a difendere privilegi ultradecennali di ambulanti, tassisti e balneari, che corrispondono a interessi corporativi. Anche su questo vorrei capire in che direzione stiamo andando. Intanto non rinuncio a esprimere liberamente le mie idee, cosa che mi è possibile grazie a giornali come il vostro e al sostegno di tantissime persone sui social, in particolare giovani. Credo che ci sia una voglia di cambiamento che vada colta, altrimenti il rischio è che la gente non vada più a votare, soprattutto dopo le decisioni della Corte Costituzionale sui referendum”.

A proposito di voti, come mai non ha sostenuto la Casellati, sua collega di partito, nel suo tentativo di diventare Presidente della Repubblica?

“In Forza Italia ci sono stati 60/70 franchi tiratori. Io invece l’ho detto pubblicamente, con la mia consueta franchezza: sono ‘franco’… ma non ‘tiratore’! La candidatura della Presidente del Senato non andava giocata per fare prove di forza muscolari. Tutta la gestione della vicenda-Quirinale da parte del centrodestra è stata francamente disastrosa. Era evidente l’esigenza di trovare un accordo bipartisan. Come si fa a dire che, dopo tanti anni di presidenti ‘di sinistra’, ci voleva per forza uno ‘nostro’? Questo significa prendere le distanze da figure come Einaudi, Pertini, Leone, Cossiga… mica sono dei comunisti trinariciuti! Forza Italia dovrebbe invece essere in continuità con figure del genere, che hanno fatto la storia della Repubblica, ma anche con Napolitano, che era un riformista moderato”.

 

 

 

 
 
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