FI, la resa dei conti con Ronzulli. "A Fascina un ruolo di peso nel partito" - Affaritaliani.it

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FI, la resa dei conti con Ronzulli. "A Fascina un ruolo di peso nel partito"

di redazione politica

La compagna di Berlusconi è stata vicinissima alla scalata del partito, ma adesso rischia di essere esclusa da tutto. A meno che nel testamento...

FI, scontro totale e congresso. I fedelissimi di Fascina attaccano

La morte di Silvio Berlusconi ha di fatto aperto la fase che porterà al Congresso di Forza Italia. Il partito va ricostruito e serve un nuovo leader designato. La compagna dell'ex premier Marta Fascina era stata ad un passo dalla scalata al vertice, ma l'operazione è riuscita solo a metà e adesso potrebbe essere esclusa dai giochi di potere. La fidanzata di Silvio - si legge su La Stampa - ha piazzato i suoi fedelissimi nei punti chiave del partito, ma la morte del Cavaliere ha tolto di fatto un ruolo alla deputata. Cosa farà Marta? L’incognita resta, decisivo in questo senso sarà leggere il testamento di Berlusconi e più in generale capire quale ruolo immagini di ricoprire Marina, entrata e uscita mano nella mano con la "quasi moglie del padre" dal Duomo di Milano. Non sarà facile però. I fasciniani resistono e mandano un messaggio a Tajani: siamo stati alleati per isolare Ronzulli e ora non possiamo finire emarginati.

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Dalle parti dei fedelissimi di Fascina - prosegue La Stampa - sono giorni di tristezza, ma anche di iper-attivismo: "Sta vivendo un momento molto doloroso, ma prima o poi Marta tornerà in Parlamento. E il suo ritorno farà rumore, molto rumore", spiega uno di loro. Il futuro di Forza Italia è tutto da scrivere e loro di quel futuro vogliono essere parte. Il sentiero è stretto, ma i bergamaschi Alessandro Sorte (39 anni) e Stefano Benigni (che di anni ne ha 35), che insieme al trentaquattrenne Tullio Ferrante (già compagno di liceo di Marta e oggi sottosegretario alle Infrastrutture) e all’anatomopatologa e deputata Gloria Saccani Jotti (che per un pelo non è diventata ministra dell’Università), qualche idea su come restare nella cabina di comando ce l’hanno. C’è chi è pronto a combattere, insomma. Ma c’è anche chi predica unità e pazienza. "Direttorio è una parola che non mi piace, meglio parlare di direttivo e comitato di presidenza, strumenti collegiali previsti dallo statuto – dice l’ex ministro forzista Paolo Romani, pronto a tornare".