Fitto: "Fondi del Sud? Gestiamo noi". Emiliano e Giorgetti col cerino in mano
Il ministro gela il governatore: "Le Regioni dovranno firmare un accordo di coesione". Ma scoppia anche il caso col Tesoro, tensione in maggioranza
Decreto Sud, Fitto avvisa Emiliano: le risorse saranno gestite da Roma. La misura per le Regioni del Mezzogiorno e i tempi
Brutte notizie per il governatore della Puglia Michele Emiliano che puntava alla gestione dei fondi in arrivo dall'esecutivo per il Decreto del Sud. Il ministro per gli affari europei Raffaele Fitto gela le sue ambizioni: "Quelle risorse verranno gestite dal governo". Il testo definitivo - si legge sul Quotidiano di Puglia - sarà approvato nelle prossime ore, ma la sostanza non dovrebbe cambiare: è pronto il decreto Sud del governo con la regia del ministro Fitto. Il testo prevede misure – tra le altre cose – sulla ripartizione e gestione delle risorse del Fondo sviluppo e coesione e sulla Zes unica per tutte le regioni del Mezzogiorno.
L’accentramento dei poteri si nasconde tra le pieghe del decreto Sud. Ha la firma di Raffaele Fitto, il "super" ministro con quattro deleghe che a Palazzo Chigi può contare già su una faraonica Struttura di missione, la stanza dei bottoni del Pnrr. Immagine plastica delle funzioni sottratte alla Ragioneria generale dello Stato: uno schema che il fedelissimo di Giorgia Meloni prova a replicare, esautorando il ministero dell’Economia dalla programmazione del Fondo sviluppo e coesione. Fitto ha deciso di tagliare fuori il Mef dalla gestione dei 50 miliardi per il Sud. Ma il capo dell'Economia Giorgetti non ci sta e fa riscrivere il decreto, facendo emergere nuovi problemi all'interno della maggioranza.
Due fronti delicati, soprattutto il primo: acceso è lo scontro con alcune Regioni, tra queste la Puglia, sulla materiale disponibilità delle risorse Fsc. Il decreto - prosegue Il Quotidiano di Puglia - prevede infatti, fermo restando il vincolo di destinazione e la quota dell'80% per il Sud, una gestione centralizzata. I fondi saranno peraltro utilizzati per sostenere i progetti definanziati nell'ambito del Pnrr.