Politica
Giustizia: Nordio, 'con riforma magistrati non vincolati alle correnti' - Crosetto: 'Dimissioni Meloni in caso di sconfitta al referendum? Penso proprio di no'
Giustizia: Di Pietro, 'riforma argina correnti, bene sorteggio Csm

Giustizia: Nordio, 'con riforma magistrati non vincolati alle correnti'
“La separazione delle carriere ha poco a che vedere con il transito da una funzione all’altra, ma invece è incentrata sul fatto che attualmente, nello stesso Consiglio superiore della magistratura, i magistrati requirenti, cioè gli accusatori, danno i voti ai giudici, cioè a quei magistrati che devono essere e apparire terzi e imparziali. Tutto ciò non solo è irragionevole ma contrasta con i principi elementari del processo accusatorio. Infatti quando provo a spiegare la situazione attuale ai miei colleghi di altri paesi, come Gran Bretagna e Stati Uniti, dove la democrazia è nata, o non mi capiscono o ci ridono dietro”. Così Carlo Nordio, ministro della Giustizia, in una intervista al Foglio. La seconda grande novità della riforma della giustizia è l’istituzione dell’Alta corte disciplinare, a cui verrà affidata la giurisdizione disciplinare nei confronti dei magistrati. Un’altra misura che, per alcuni, mira a ridurre l’indipendenza dei magistrati. “Anche questo è uno slogan che non solo non ha nessuna giustificazione razionale e non è mai stato spiegato, ma è contraddetto dalla stessa legge - dice Nordio - Innanzitutto perché l’Alta corte è formata dagli stessi magistrati, che però non vengono eletti dalle persone che devono essere giudicate ma sono indipendenti perché sono sorteggiate. Il sorteggio non avviene tra passanti di strada, ma in un canestro di professionisti, magistrati, avvocati e professori universitari che sono per definizione tutti molto esperti, preparati e onesti. L’Alta corte evita una follia oggi esistente. Nell’attuale Csm esiste una sezione disciplinare che è formata da persone elette da quelli che un domani saranno giudicati. Persone, aggiungo, alle quali gli appartenenti eletti al Csm sono andati a chiedere e qualche volta implorare i voti durante le votazioni del Csm".
“La credibilità del Csm è già stata ampiamente criticata dalle più alte cariche dello stato, che hanno parlato di una modesta etica di molti magistrati. Tutti sanno - spiega ancora il Guardasigilli - che il Csm è oggi un’organizzazione di distribuzione di poteri attraverso il sistema correntizio. La magistratura ha raggiunto un terzo della credibilità che aveva ai tempi della lotta al terrorismo e poi di Mani Pulite. Non dipende dagli attacchi della politica, dipende dal fatto che si è screditata da sé. E questo discredito, ripeto, è emerso con lo scandalo Palamara ma soprattutto col fatto che non hanno voluto fare chiarezza e tutto è rimasto come prima. E’ per questo che siamo dovuti intervenire con il sorteggio dei consiglieri”.
Ma se la riforma venisse confermata al referendum, le garanzie dei cittadini nel processo, assicura Nordio “saranno rafforzate al massimo perché finalmente avranno la possibilità di vedere dei magistrati che non saranno vincolati, o lo saranno molto meno, alle correnti, alle quali oggi devono appartenere perché altrimenti non fanno carriera. Una separazione delle carriere, con un’Alta corte di giustizia assolutamente imparziale, è il contrario dell’assoggettamento della magistratura all’esecutivo. Poi se vogliono fare un processo alle intenzioni perché non hanno altri argomenti lo facciano pure. La tradizione culturale della sinistra è proprio quella garantista di difendere il più debole, e davanti al giudice l’indagato-imputato è sempre il più debole, anche se è ricco e potente”.
L’Anm ha istituito un comitato per il 'no'. “La creazione di un comitato ha sempre un minimo di connotazione politica. Non ho mai detto e non dico che il comitato sia illegittimo. Penso semmai che è inopportuno nell’interesse della magistratura, perché più la magistratura si espone con delle iniziative che vengono necessariamente interpretate come iniziative politiche, e più fa cadere la credibilità della sua imparzialità. Se la riforma non venisse approvata resterei sicuramente deluso, ma non metterei in difficoltà il governo con le mie dimissioni. Come ha detto la premier, e come insisto io, questo referendum non ha e non deve avere un significato politico ‘Meloni sì-Meloni no’. In caso di sconfitta non cambierebbe nulla, salvo ovviamente il mio rammarico personale”.
Giustizia: Di Pietro, 'riforma argina correnti, bene sorteggio Csm
Il referendum sulla separazione delle carriere? ''Nel 1989 avrei votato sì''. E ora ''resto di quell'idea, nonostante il tempo e il cattivo comportamento di alcuni partiti politici. In particolare a Forza Italia, che su questa riforma ha voluto mettere il cappello'' e questa ''decisione improvvida di Forza Italia rischia di far fallire concretamente il referendum''. Lo dice in un'intervista alla Stampa l'ex magistrato di Mani pulite Antonio Di Pietro. ''L'oggetto di questa riforma è la naturale conseguenza di una del 1989'', ''Berlusconi non ci azzecca niente con questa riforma. Che, aggiungo, non aiuta in alcun modo il funzionamento della giustizia, ma completa l'ordinamento costituzionale della magistratura''.
Per Di Pietro ''far credere che la riforma sostanziale riguarda la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri è una falsa rappresentazione'', perché i ''numeri sono irrisori'', i ''veri contenuti sono altri: il sorteggio dei membri del Consiglio superiore della magistratura e l'Alta Corte disciplinare''. Il ''modello Palamara ha dimostrato che all'interno del Csm non c'è più credibilità. Quindi è necessario che il sistema disciplinare sia affidato a un organo terzo. Chi va a rappresentare un organismo così importante come la magistratura dev'essere il più indipendente possibile. E non appartenere a questa o quella corrente in uno scambio di favori alla palamaresca maniera''. Stiamo, comunque, parlando di ''un sorteggio tra persone altamente qualificate''.
Quanto al motivo della contrarietà dell'Anm è che ''così viene a cadere il condizionamento sulle nomine e sulle decisioni disciplinari. L'Anm è la "mamma" del Csm che, così come funziona adesso, viene eletto in proporzione alle correnti che ci sono all'interno dell'Associazione nazionale magistrati''.
Giustizia: Crosetto, 'dimissioni Meloni in caso di sconfitta referendum? Penso proprio di no'
"No, penso proprio di no. Non è una riforma Meloni, è una riforma per la giustizia". E' la risposta ai cronisti a Napoli, per un evento elettorale del centrodestra con il candidato Edmondo Cirielli, del ministro della Difesa, Guido Crosetto, a proposito di eventuali dimissioni da parte del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in caso di sconfitta al referendum sulla riforma della Giustizia.
Giustizia: Crosetto, 'in riforma nulla di negativo, è più un tema politico'
"Il referendum normalmente significa affidare l'ultima parola al popolo, quindi quando il si esprime, si prende atto di quello che ha deciso il popolo. Il problema è far capire bene di cosa si sta parlando. Io non penso che questa riforma contenga nulla di negativo". E' il commento del ministro della Difesa, Guido Crosetto, a Napoli per un'iniziativa elettorale con il candidato del centrodestra alle Regionali, Edmondo Cirielli, a proposito della riforma della Giustizia.
"E' un tema più politico che reale, nessuno tocca la giustizia, anzi secondo me cerca di ricostruire le condizioni perché la giustizia diventi giustizia con la G maiuscola, cioè capace di garantire tutti", ha aggiunto Crosetto, specificando che "in Paesi democratici, penso alla Spagna, penso alla Francia, penso alla Germania, il sistema giudiziario è completamente diverso, perché ad esempio i pubblici ministeri in questi tre Paesi sono sotto l'esecutivo. In Italia questo non avviene, rimarranno liberi di esercitare senza alcuna influenza dall'esecutivo, l'unica cosa che si fa è togliere alle correnti il Consiglio Superiore della Magistratura, ma non mi pare che sia un elemento che può in qualche modo influenzare il rapporto tra la magistratura e il suo lavoro e non penso che bloccare, dividere in due la magistratura giudicante da quella inquirente sia un problema, visto che a oggi lo 0,5% dei pm passano dall'altra parte, quindi stiamo parlando di una cifra irrilevante", ha chiuso Crosetto.
Giustizia: Magi, 'riforma monca, non funzionerà'
''Sono sempre stato convinto che la separazione delle carriere sia uno strumento utile per rafforzare le garanzie e il giusto processo. Però in questa riforma è mancato il dibattito parlamentare, la maggioranza è andata dritta come un treno, senza ascoltare minimamente i suggerimenti delle opposizioni, e soprattutto io credo che questa separazione delle carriere non funzionerà. Noi radicali abbiamo sempre accompagnato la separazione delle carriere alla responsabilità civile dei magistrati e al superamento dell'obbligatorietà dell'azione penale. Questa separazione, invece, monca degli altri pezzi, rischia di vedere un nuovo potere, quello della magistratura dell'accusa, completamente slegato dal resto dell'ordinamento giudiziario, discrezionale e irresponsabile. E questo è un problema su cui la destra doveva dare risposte che non ci sono state. Spero che la campagna referendaria sia l'occasione per darle”. Lo dichiara in un’intervista ad Avvenire il segretario di Più Europa Riccardo Magi. “Spero che si dismettano questi toni da ordalia o da guerra civile e che si colga l'occasione per fare un dibattito serio. Anche se temo sia una aspettativa destinata a cadere nel vuoto. Io - aggiunge Magi - non credo che questa separazione delle carriere porterà né alla rivoluzione liberale e garantista che il governo annuncia, né alla fine della democrazia. Penso che sia di portata ben più modesta e anzi piena di incognite. Questa è una destra che si può definire tutto meno che liberale e garantista nella sua idea di giustizia. Questa destra ha alimentato, in ogni occasione utile, uno scontro voluto e costruito con le giurisdizioni a tutti i livelli. Dai centri in Albania, fino ad arrivare al caso Almasri e alla delegittimazione della Corte Penale Internazionale, o al caso recente della Corte dei Conti''. ''Questa destra - prosegue il segretario di Più Europa- ha un'idea di giustizia del tutto illiberale e antigarantista, avendo fatto del panpenalismo la propria bandiera. Probabilmente questo è il governo tra i più giustizialisti e illiberali che abbiamo avuto. E non basterà la bandierina della separazione delle carriere a cancellare questa certezza”, conclude.
Giustizia: Grasso, 'referendum? Non è battaglia corporativa ma costituzionale'
In vista della campagna referendaria, Pietro Grasso, in un'intervista sul 'Domani', prevede che ''si riproporrà lo scontro politica-magistrati'' dopo ''l’arroganza di aver imposto una riforma senza accogliere, in quattro passaggi parlamentari, né un emendamento''. Il fronte del “no”, afferma, dovrà ''spiegare che non è una battaglia corporativa, ma costituzionale'', a tutela dell’''indipendenza della magistratura''.
