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Politica
Governo, Draghi cade. Elezioni politiche anticipate a settembre. Esclusivo
Mario Draghi (fonte Lapresse )

Pd e Forza Italia: dritti al voto se i 5 Stelle lasciano il governo


Ultimissima dalla calda, torrida, Roma della politica. A Palazzo Chigi è forte l'"irritazione" con il Movimento 5 Stelle. Nella giornata di ieri, quando il presidente del Consiglio Mario Draghi era impegnato a Canazei per seguire da vicino la tragedia della Marmolada, i pontieri hanno lavorato per cercare di trovare un'intesa tra il governo e i pentastellati, in vista dell'incontro di domani tra il premier e Giuseppe Conte. Ma al momento è "ancora tutto in alto mare". In sostanza, i 5 Stelle continuano a porre veti e a sollevare distinguo, sia sul reddito di cittadinanza, sia sul termovalorizzatore di Roma, sia sul Superbonus 110%, sia sulle armi all'Ucraina.

Insomma, l'impressione di Palazzo Chigi è che Conte e la dirigenza del Movimento abbiano ormai deciso di staccare la spina, di lasciare il governo e la maggioranza (l'ipotesi di appoggio esterno di cui si era parlato settimana scorsa, spiegano fonti qualificate, semplicemente "non esiste"). La situazione è tesissima. Partito Democratico e Forza Italia hanno già chiarito in modo ufficiale e ufficioso attraverso ogni tipo di canale che se il M5S esce si va dritti alle elezioni politiche anticipate.

L'indiscrezione, forte, che arriva oggi dalla presidenza del Consiglio è che anche Draghi non ha alcuna intenzione di andare avanti senza i pentastellati. Il ragionamento è semplice: questo è un esecutivo di unità nazionale, nato prima per gestire la pandemia e poi le conseguenze della guerra in Ucraina, e il premier non vuole e non può assolutamente tollerare un secondo partito all'opposizione, oltre a Fratelli d'Italia che fin dall'inizio non ha voluto entrare nella maggioranza nata per "salvare l'Italia". Sarebbe un continuo cannoneggiamento da destra e da sinistra, il tutto considerando che la Lega di Matteo Salvini - come ha spiegato ieri persino il governativo ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti - continuerà "a far sentire la sua voce".

Il premier correrebbe il rischio di restare alla guida di un governo che ha l'appoggio incondizionato solo di metà Parlamento. Non solo. Una situazione di questo tipo sarebbe del tutto inaccettabile anche per il Pd e Forza Italia che rischierebbero il logoramento mediatico a pochi mesi dalle elezioni. Ecco perché più fonti confermano questa mattina ad Affaritaliani.it che nei Palazzi romani del potere il voto anticipato a fine settembre viene dato in forte ascesa e "molto probabile". Se la spina va staccata, va fatto subito in modo tale che le nuove Camere e il nuovo esecutivo abbiano il tempo di scrivere e varare la Legge di Bilancio per il 2023.

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