Politica
Governo, Re Sergio e il Paese in libertà vigilata
Governo, non c’è più un caso Savona. Ora c’è un caso Mattarella
Veto molto grave, e obiettivamente pesante, quello di "Re Sergio" sulla nomina dell'autorevole prof. Savona, osteggiato da Bruxelles, a ministro del Tesoro del governo Lega-M5S. Insomma, l'opposizione al temuto esecutivo non l'ha fatta il debole Pd, ma il politico dc di lungo corso, di seconda fila, che Renzi aveva designato come successore di Re Giorgio.
Più che un ostacolo, un macigno sulla volontà, positiva, dimostrata da Luigi Di Maio e da Matteo Salvini di contribuire, con serietà, alla formazione di un governo, per affrontare i tanti problemi del Paese, come richiesto dagli elettori, il 4 marzo scorso.
Concordo con quanti hanno definito L’Italia "Un Paese in libertà vigilata. Non c’è più un caso Savona. Ora c’è un caso Mattarella".
A questo punto, se viviamo ancora in un Paese democratico, non si possono non riaprire le "gabine" elettorali. Il più presto possibile !
Nel 1973, l'allora segretario del Psi, De Martino, subì il veto dei petrolieri e della DC alla nomina dello scomodo Giacomo Mancini a ministro delle Finanze. Mattarella ha subito quello dei "poteri forti", di Bankitalia e della UE su Savona. Altra epoca, protagonisti diversi. Ma stessi atteggiamenti, gravi, che denotano una concezione proprietaria delle istituzioni e che attenuano, ulteriormente, la fiducia del popolo nei rappresentanti, pro-tempore, dello Stato.