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Politica
Governo, Renzi torna? Pd e M5S aprono, meglio Italia Viva delle elezioni...

Il D-Day per il governo Conte è domani a Palazzo Madama, anche se già dalla Camera - dove la maggioranza assoluta non è un problema - arriveranno segnali importanti. Al momento l'asticella dei probabili voti a favore dell'esecutivo, con la campagna acquisti di costruttori/responsabili che non ha prodotto i risultati sperati, si ferma attorno a 155, massimo 156, ovvero 5-6 voti al di sotto della famigerata quota 161 che corrisponde alla maggioranza assoluta dei componenti dell'Aula del Senato.

Fonti della maggioranza assicurano che il presidente del Consiglio non salirà al Quirinale per dimettersi, a meno che i sì non siano clamorosamente intorno a 150 (molto improbabile), ma proverà ad andare avanti cercando di allargare la base del consenso in Parlamento. "Si apriranno giorni di politica vera, sarà dura ma vediamo che cosa accade", sottolinea un deputato Pd di lungo corso. La speranza di Conte è quella di convincere, in nome dell'interesse generale del Paese, almeno altri 4-5 senatori per arrivare a quota 161, ma la strada è tutta in salita.

E in molti sanno perfettamente che con questi numeri è impossibile governare anche perché praticamente in tutte le commissioni del Senato sarebbe pareggio tra la maggioranza e i partiti dell'opposizione con l'attività parlamentare bloccata e il Paese immobile.

Due sono le alternative che si aprono: o andare alle elezioni a fine aprile, ipotesi che nessun parlamentare Dem e dei 5 Stelle vuole (moltissimi non tornarebbero più in Parlamento considerando anche il recente taglio del numero degli eletti), o ricucire con Matteo Renzi. I mal di pancia sarebbero forti, fortissimi, visto che tanto i pentastellati quanto i Dem hanno bollato Italia Viva nei giorni scorsi quantomeno come "inaffidabile", ma la possibilità non è affatto esclusa. "Se l'altra strada sono le urne, meglio riprovare con Renzi", spiegano fonti governative.

A quel punto però, e su questo Pd e M5S concordano, Italia Viva andrà ridimensionata: un solo ministero e non più due, nessuna cessione della delega sui Servizi da parte del presidente del Consiglio e dibattito sul Mes rimandato. L'ex premier dal canto suo potrà rivendicare il miglioramento del Recovery Plan, con il raddoppio delle spese per il sistema sanitario, e di aver salvato l'Italia dal pericolo sovranisti in caso di elezioni anticipate. Certo che, sottolineano altre fonti Dem, Renzi avrà sempre l'obiettivo di cambiare il presidente del Consiglio. Si ripartirebbe con il Conte ter ma non sarebbero esclusi altri colpi di scena...

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