Politica
Guerra, i parlamentari italiani filo-russi: "Zelensky? Non vado al suo show"



Dall'ex 5 stelle Bianca Laura Granato, al leghista Simone Pillon. In molti non saranno presenti in Aula per ascoltare il presidente ucraino. "Stiamo con Putin"
Guerra Russia Ucraina, deputati ribelli: "Noi staimo con Putin"
La guerra in Ucraina prosegue senza sosta. Il 27esimo giorno di bombe e missili russi ha ormai totalmente distrutto Mariupol, ma sotto attacco ci sono anche la capitale Kiev e la città gioiello Odessa che viene colpita dal mare. Putin non vuole sentir parlare di tregua e anzi intensifica l'offensiva armata. Intanto oggi il presidente ucraino Zelensky interverrà al Parlamento italiano. Il suo discorso è molto atteso, ma c'è chi - si legge sul Corriere della Sera - tra deputati e senatori non sarà presente per scelta. "Penso che Putin stia conducendo un’importante battaglia non solo per la Russia ma per tutti noi. Lui la sta facendo perché non ha accettato l’agenda globalista che è stata imposta pure a noi e quindi a tutti gli stati dell’Unione europea. A Putin voglio dire: uniamo le forze per sconfiggere insieme l’agenda globalista!». Queste le parole di Bianca Laura Granato, ex M5s. Putin è un argine a questo impero unico globale mentre Zelensky è parte di esso. Io, a sentirlo, non ci vado!
Oltre alla Granato - prosegue il Corriere - non saranno in Aula anche altri ex M5S del gruppo l’Alternativa, insieme a leghisti come l’idolo degli antiabortisti Simone Pillon e grillini come Gabriele Lorenzoni ed Enrica Segneri e forse nemmeno Veronica Giannone e Matteo Dall’Osso, già russofili del Movimento oggi approdati in Forza Italia. Dice Pino Cabras, anima degli ex grillini del gruppo l’Alternativa: "Quello di Zelensky in Parlamento è un reality show. E noi, a fare la parte dei figuranti che non hanno nemmeno la possibilità di togliersi qualche dubbio e fare qualche domanda, non ci stiamo. E poi c’è un problema di democrazia in Ucraina, così come in Polonia e in alcuni Paesi baltici. L’invasione di Putin la condanniamo ma non si può negare che a Kiev abbiano sciolto undici partiti e favorito gruppi con vicinanza a idee ultra-nazionaliste".