Politica

Il partito degli astenuti non esiste

Di Fabrizio Fratus

Alcuni fanno presente come il “partito” degli non votanti sia quello dei vincitori con circa il 50%, in Italia. Nel presentare questa ipotesi si fanno moltepli

Una tempesta di destra si è abbattuta sull’Europa, se in Italia il centrodestra è già al governo da due anni quanto avvenuto in Francia e in Germania era inaspettato. La narrazione degli ultimi anni del mondo progressista su ambiente, diritti omosessuali, diritto alla morte e cancellazione della storia ha dovuto confrontarsi con la realtà: i cittadini hanno altri problemi.

L’Europa, tutta, si è impoverita e le prospettive future non sono delle migliori. Tra guerre e ricerca delle materie prime il nostro continente è in grossa difficoltà, se è vero che la Germania si sta riprendendo lo è anche il fatto che la Francia è messa peggio dell’Italia.

Tra le varie analisi uscite in questi giorni vi è quella sull’aumento degli astenuti, categoria variegata di persone non votanti. Alcuni fanno presente come il “partito” degli non votanti sia quello dei vincitori con circa il 50%, in Italia. Nel presentare questa ipotesi si fanno molteplici errori:

1.    Non esiste il patito degli astenuti, cioè non c’è un sistema organizzato elettoralmente che invita al non voto

2.    Il mondo degli astenuti è variegato, vi sono coloro che sono delusi, altri che non votano da sempre, troviamo elettori che non si sentono rappresentati dai partiti. Poi ci sono quelli che hanno molteplici problemi e del voto per le europee non si interessa e per finire c’è chi va al mare.

3.    Alcuni presentano la categoria dei non votanti come un atto di ribellione, anche se lo fosse e non lo è, in non votare non serve a nulla. La democrazia rappresentativa non ha necessità di quorum per funzionare e in questo aveva ragione Massimo Fini con il suo ottimo testo “sudditi”

Non sono mai stato un esaltatore della democrazia rappresentativa e in alcuni articoli l’ho moto contestata presentando diverse soluzioni, certo è che l’astensione serve più ai partiti in quanto possono meglio organizzare coloro che vanno a votare.

Mi spiego meglio: facciamo conto che le elezioni siano un gioco e che quindi ha le sue regole, posso contestare le regole ma senza giocare a quel gioco non potrò mai vincere e quindi non potrò mai cambiarle. Sarò più semplice: i miei amici giocano a Risiko, a me non piace, se sto a guardare da fuori invitando a non giocare altre persone senza considerare che al tavolo si potrà sempre giocare io sarò un eterno sconfitto. Giocando e imparando metodologie, tattiche e strategie potrò domani vincere e quindi proporre anche un altro gioco.

La diversa opzione sarebbe quella che coloro fermi a guardare ribaltino il tabellone/democrazia rappresentativa, ma come sappiamo gli astenuti non sono organizzati e di ribaltare il sistema della democrazia parlamentare non passa in mente a nessuno.