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Politica
Il ritorno di Gianfranco Fini: "Il Mes sarà ratificato. Autonomia? Vedremo"
Gianfranco Fini

Fini: "Il Mes? Sarà ratificato"

Il Mes "sarà ratificato, non può che essere così, se non va bene nessuno ti obbliga a chiedere quel denaro". Lo ha affermato Gianfranco Fini, ospite di 'In mezz'ora in più' di Lucia Annunziata su Raitre.

L'autonomia differenziata è "la vera grande questione politica che la maggioranza dovrà affrontare nei prossimi mesi" ha aggiunto Fini. "Non è una piccola riforma. È stata prevista, ahimè, da una riforma costituzionale voluta dalla sinistra, è una questione che è sta a cuore alla Lega ma molto trasversale, al Nord questa questione di avere potere è reale", visto che, ha ricordato l'ex leader di An, è stata chiesta anche dall'Emilia Romagna guidata da Stefano Bonaccini, candidato segretario del Pd.

"Per la Lega è una bandiera che non può essere ammainata. La Lega ha fretta e la fretta è cattiva consigliera, la riforma è complicata. Est modus in rebus, se si fa male e in fretta il rischio" di spaccatura del Paese "lo vedo", ha concluso Fini, sottolineando la necessità di rispettare il principio di uguaglianza previsto dall'articolo 3 della Costituzione.

"Dante di destra? Categorie inesistenti nel '300"

Quanto affermato dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, su Dante, ha aggiunto Fini, "non l'ho capito, non lo avrei detto", anche perché "è un errore fare quello che fanno negli Stati Uniti con la cancel culture, con i valori di oggi giudichiamo gli eventi di ieri. Nel Trecento non c'erano le categorie di destra e sinistra".

"Nel mio quinquennio nessuno mi ha mai contestato la faziosità nel dirigere la Camera. Nella direzione dei lavori" da parte del presidente del Senato, Ignazio La Russa, "non ho trovato nessuna polemica. Nel momento in cui esce da palazzo Madama e partecipa a delle iniziative di partito, nessuno lo può contestare dal punto di vista della faziosità" ha chiosato Fini.

"Qualche scoglio nella navigazione c'è, le fibrillazioni in un Governo di coalizione sono inevitabili, anche perché siamo alla vigilia di un turno elettorale amministrativo che coinvolge Lazio e Lombardia. È un test politico, Lega e Forza Italia hanno bisogno di alzare una bandiera, di far vedere ai rispettivi elettori ci siamo. Il tema delle accise era un'occasione da cogliere, poi anche Forza Italia ha capito che impiegare dieci miliardi per mantenere lo sconto che aveva fatto Draghi era un lusso che l'Italia non si poteva permettere Alla fine stanno evaporando anche le effervescenze" ha spiegato Fini. 

Che poi è tornato sulla premier. Citare da parte di Giorgia Meloni la frase "o si fa l'Italia o si muore" è stato "un riferimento per far capire stiamo facendo una gara seria, importante, cerchiamo di fare del nostro meglio" ha concluso l'ex presidente della Camera.

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