La Raggi cerca voti con la Formula 1 elettrica - Affaritaliani.it

Politica

La Raggi cerca voti con la Formula 1 elettrica

Solaris

In realtà l'impatto ambientale ci sarà lo stesso

La sindaca di Roma Virginia Raggi deve avere un debole per il quartiere Eur.

Infatti, dopo l’infinita tiritera con “conversione” finale sullo Stadio della Roma in un’area idrogeologicamente inadatta -come lei stessa aveva denunciato insieme a Marcello De Vito con un esposto quando era all’opposizione-, ieri ha dato l’annuncio che il Gran Premio di Formula E delle auto elettriche si terrà il prossimo 14 aprile.

Stranamente, il responsabile dello sviluppo economico di Roma, Adriano Meloni non era presente.

Un analogo tentativo -ma con le auto non elettriche- fu bocciato ai tempi della giunta Alemanno per il rilevante impatto ambientale previsto.

Ora ci si riprova con la finta verniciatura “green” che fa molto audience mediatico ma porrà sotto stress l’intero quadrante sud, già provato da anni di fastidi per la Nuvola di Fuksas i cui costi sono lievitati e i benefici risibili o con i lavori infiniti per l’acquario del laghetto la cui apertura viene rimandata di anno in anno (era prevista nel 2015). Intanto il degrado e la polvere restano come resta il buco al centro dell ‘ex velodromo abbattuto anni fa e costruito in legno pregiato per le Olimpiadi.

Roma è stata proprio ieri, giorno del roboante annuncio “elettrico”, messa in ginocchio dal solito sciopero dei mezzi pubblici provocando le ire di lavoratori e turisti che si sono dovuti fare chilometri a piedi sotto il sole africano.

La sindaca e la sua giunta invece di fare iniziative mediatiche “pop” per attirare un superficiale consenso forse dovrebbe far funzionare i trasporti, quelli normali.

Infatti, i bolidi saranno pure elettrici ma sono pur sempre macchine massicce ed impattanti su un delicato ecosistema famoso perle sue aree verdi e i giardini, una volta apprezzato anche all’estero.

L’inquinamento ci sarà uguale e le strade verranno ulteriormente scassate con la solita promessa di rifacimento che viene fatta di rito ma di cui i cittadini hanno giustamente imparato a diffidare.

Marcello De Vito, presidente dell’assemblea capitolina, non ha perso l’occasione di comparire mediaticamente con una paternale sull’utilità del servizio pubblico (magari usarlo se funzionasse o non ci fossero continui scioperi!) riproponendo la bizzarra ennesima trovata della funivia.

Roma non ha bisogno di “straordinario”, ma solo di semplice ordinario che la renda una capitale europea in cui i trasporti funzionino veramente, i rifiuti non si accumulino come a Bagdad, i servizi amministrativi (vedi i tempi biblici per il ritiro dei documenti di identità in tempi di vacanze) siano all’altezza del nome della Capitale e l’amministrazione centrale sia efficiente e non dia l’idea di improvvisazione che ha caratterizzato questo primo anno di governo romano.

Lo stesso Grillo è sembrato più volte preoccupato per il possibile “contagio” nazionale dell’amministrazione di Roma dopo che anche il mito della sindaca cinque stelle “efficiente”, Chiara Appendino, è caduto nei tragici fatti di Piazza San Carlo nella città sabauda.

Non a caso ha dovuto affiancare alla Raggi i due deputati “tutor” Fraccaro e Buonafede per evitare nuovi episodi come quello di Marra.

Su Roma e Torino Grillo si gioca la credibilità nazionale già compromessa in un solo anno (senza contare quanto successo a Parma con la fuoriuscita di Pizzarotti ora rieletto con una sua lista civica) e quindi guarda con apprensione ogni nuova uscita romana, dallo Stadio, alla funivia, ed ora a questo Gran Premio che potrebbe portargli più guai che consensi, considerati precedenti.

Luigi Di Maio, famoso per i congiuntivi sbagliati, non ha perso l’occasione del bagno mediatico preoccupando non poco i lombardiani presenti alla sala della Protomoteca in Campidoglio.

Ma del resto il ragazzo campano per queste cose ha fiuto e se sente che potrà avere un po’ di consenso con il lavoro degli altri non si fa scrupolo ad approfittarne.