La Lega: no al reddito di cittadinanza. "Maroni? Una provocazione"
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Nella foto lo storify di Claudio Borghi Aquilini che spiega il no della Lega al reddito di cittadinanza
Che Roberto Maroni e Matteo Salvini non abbiano la stessa identità di vedute su diversi temi non è una novità. Dall'espulsione di Tosi alle alleanze con Berlusconi e Alfano, i motivi di contrasto tra il Governatore lombardo e il segretario federale della Lega non mancano. E stavolta si apre un nuovo fronte. Il presidente della prima Regione d'Italia annuncia: "Voglio introdurre in Lombardia la prima sperimentazione del reddito di cittadinanza riservato ai cittadini residenti in Lombardia in modo coerente con le finalità del fondo sociale europeo". Immediata la replica del leader del Carroccio: "Allo Stato elemosiniere, io preferisco lo Stato che abbassa le tasse e offre lavoro. Secondo me è un messaggio culturalmente sbagliato".
E quindi? Che succede? Affaritaliani.it lo ha chiesto a Claudio Borghi Acquilini, responsabile economico della Lega (oltre che candidato alla presidenza della Regione Toscana). "Il Carroccio è contrario al reddito di cittadinanza, che non rientra né nelle cose che si possono fare né in quelle che si debbono fare". E allora la proposta di Maroni? "La sua è un'astuzia semantica e un'intelligente provocazione per dimostrare che lo Stato e le Regioni non si dimenticano dei poveri. In realtà Maroni usa i fondi europei destinati per la povertà al fine di aiutare i cittadini lombardi più bisognosi". Borghi spiega: "Maroni ha parlato di 220 milioni disponibili e in Lombardia tra disoccupati e inattivi ci sono circa 500mila persone: i conti sono presto fatti sarebbero circa 400 euro a testa all'anno. Per questo è davvero difficile chiamarlo reddito di cittadinanza. Ripeto, quella di Maroni è stata una provocazione, intelligente, ma rimane tale".
NUOVO DUELLO A DISTANZA TRA SALVINI E MARONI
Sarebbe ''un'elemosina di Stato'' secondo Matteo Salvini il reddito di cittadinanza che oggi il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ha proposto di introdurre, e che così il leader della Lega Nord ha bocciato: ''In linea di principio - ha spiegato Salvini - sono contrario a questo tipo di provvedimenti''. ''Non voglio mettere becco nelle libere scelte della Regione Lombardia - ha aggiunto Salvini - ma con i soldi pubblici preferirei abbassare le tasse e far ripartire il lavoro piuttosto che mantenere la disoccupazione''.
"Il reddito di cittadinanza non è elemosina di Stato, ma ridare la cittadinanza, ossia i diritti, a chi in Lombardia non ce li ha, portandolo a lavorare oppure facendo quello che serve attraverso misure articolate". Così il governatore lombardo Roberto Maroni è tornato sulla proposta di sperimentare la misura del reddito di cittadinanza in Lombardia. "Coinvolgerò il terzo settore e il no profit perché saranno i soggetti attuatori del reddito di cittadinanza - ha aggiunto -. Useremo il fondo sociale europeo che ha una dotazione di 970 milioni di euro, per finanziarlo". "Chi critica si informi - continua Maroni - Anche Salvini l'ha definita elemosina di stato, ma non era riferito a quello che ho in mente io. Io sono stato ministro del Welfare e so di cosa parlo, tanti parlano senza saperlo. So che la lotta all'esclusione sociale si fa attraverso le politiche attive sul lavoro ma non solo".