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Politica
Meloni, il “metodo Repubblica” si abbatte sulla libera informazione
Giorgia Meloni

Repubblica e Gedi contro la Meloni

In Italia esiste un problema e si chiama Repubblica. Esiste da anni ma ora con un governo di centro-destra la vicenda si è esacerbata ed ha raggiunto livelli intollerabili per la democrazia. Quando qualche anno fa Repubblica, l’Espresso e compagnia cantando era passata da De Benedetti ad Agnelli sembrava la fine di un incubo e la trasformazione del simbolo stesso del giornalismo fazioso in qualcosa di diverso ma così non è stato perché la scaltra dinastia torinese, per non perdere lettori, si è accodata alla gestione precedente, pecunia non olet come dicevano i latini.

E così l’altro giorno Giorgia Meloni si è sfogata contro il gruppo Stellantis - Fiat e le loro politiche industriali che hanno portato, di fatto, alla perdita di Fiat che rappresenta un danno immane per l’Italia non solo finanziario ma anche di immagine. Il premier da Porro a Quarta Repubblica ha risposto alle accuse di “privatizzare il Paese” dicendo giustamente di “non prendere lezioni di italianità” dal “giornale di proprietà di quelli che hanno preso la Fiat per cederla ai francesi, hanno trasferito all’estero sede legale e sede fiscale, hanno messo in vendita i siti delle nostre storiche aziende italiane”.

Oggi Repubblica, come nel suo stile, ha replicato usando il “manganello rosso” pubblicando due interviste. La prima è ad Alessandra Costante, capa della FNSI, che parla di “campagna di delegittimazione ad opera del premier che colpisce direttamente i giornalisti e non l’editore”. E poi aggiunge: “La qualità della libertà di stampa è centrale per una democrazia. Non so se sta a cuore al governo”. Poi viene chiesto del nuovo sindacato Rai “molto vicino alla destra di governo” e lei candidamente risponde: “Si vuole portare una certa parte politica che non ha mai avuto molto peso nella categoria ad averlo. Unirai è un sindacato di direttori e caporedattori” (embè? Ndr).

Ovviamente la Costante e la FNSI che rappresenta è legata a filo doppio all’ Usigrai, il braccio armato della sinistra nell’azienda pubblica e non tollera il pluralismo democratico rappresentativo dei lavoratori. La domanda è invece se la “libertà di stampa” interessi a lei e alla FNSI. Infatti la Costante è la stessa persona che intimidisce i giornalisti denunciandoli all’Ordine quando scrivono qualcosa che non le aggrada, come mi è capitato personalmente. Poi, non contenta, posta anche le accuse diffamatorie e infondate sul web, per cui ne risponderà, insieme a chi lo ha ripreso e diffuso, nelle competenti sedi penali e civili.

Ma torniamo al “metodo Repubblica”. È da quando la Meloni è diventata premier che viene fatta segno delle “attenzioni” del gruppo Gedi con accuse faziose e sgangherate, non facendo giornalismo ma bensì politica. L’altra vittima preferita è naturalmente Matteo Salvini. Poi è arrivata la seconda manganellata e cioè una intervista all’immancabile Gazeta, questa volta la Gazeta Wyborcza per denunciare il metodo autoritario polacco simile a quello dell’Italia. E così il condirettore del giornale polacco scrive: “somiglia a quello che è successo a noi”. E aggiunge: “Del resto Meloni è stata la migliore amica in Europa del Pis. Fanno parte entrambi dello stesso gruppo, i Conservatori”. Evidentemente, giudicando in base agli attacchi che state subendo, hanno in comune la brutta tendenza a bullizzare la stampa libera. Il modello è ovviamente Viktor Orbán, il primo a soffocare sistematicamente la libertà di informazione”.

Peccato che la principale attività di Repubblica sia proprio quella di “bullizzare” i giornalisti o gli opinionisti che non sono allineati al Repubblica-Pensiero. La connessione tra certi giornali, FNSI e “organizzazioni civili tattiche di supporto” rappresentano il vero pericolo per la democrazia in Italia e di questo si dovrebbe parlare. Se c’è in Italia un regime è quello imposto dalla sinistra sull’informazione e sullo spettacolo. Altro che Gazete e Pis.

LEGGI ANCHE: Meloni, sfuriata con i suoi a Chigi: "Sulla Sanità mi avete fatto sbagliare"

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