Schlein cambia strategia e attacca Meloni su salari ed economia. Le contromosse della premier. Inside - Affaritaliani.it

Politica

Schlein cambia strategia e attacca Meloni su salari ed economia. Le contromosse della premier. Inside

Scontro sui temi interni dopo le liti su dazi Usa e riarmo Ue

Di Alberto Maggi

Decisivi gli imminenti appuntamenti elettorali, dai referendum della Cgil alle elezioni comunali e poi regionali

Sarà stato il Primo Maggio, dedicato in particolare alla sicurezza sul lavoro con le agghiaccianti cifre di vittime (come ha ricordato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella) e saranno anche gli imminenti referendum della Cgil sul lavoro e in particolare sul Jobs Act dell'8-9 giugno, sta di fatto che Elly Schlein sembra aver cambiato almeno in parte strategia nell'opposizione al governo e in particolare a Giorgia Meloni. Plastica l'immagine della segretaria del Partito Democratico al fianco di Maurizio Landini in testa al corteo di Roma ieri per la Festa dei Lavoratori.

La leader Dem finora si era concentrata soprattutto sulle battaglie civili, che certo non dimenticherà appoggiando anche il referendum per abbassare i tempi per ottenere la cittadinanza italiana da parte degli stranieri (quesito che se dovesse andar meglio del referendum sul Jobs Act sarebbe una netta vittoria su Giuseppe Conte visto che il M5S non lo sostiene), ora invece i focus principali del Nazareno sono diventati i temi sociali e soprattutto economici. Con in testa la proposta che unisce tutte le opposizioni, almeno un minimo comun denominatore c'è, del salario minimo garantito per legge (modello spagnolo) oltre ovviamente alla critica condivisa dai sindacati, come ha spiegato ieri il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri ad Affaritaliani.it, per le insufficienti risorse messe in campo dall'esecutivo per fronteggiare l'emergenza delle morti bianche.

D'altronde si avvicinano appuntamenti elettorali importanti, oltre ai referendum, con le Comunali (la sfida della città di Genova è la principale) e poi ovviamente le Regionali dove Schlein punta a vincere 4 a 1 (Valle d'Aosta esclusa). La segretaria del Pd sa che sarà quasi impossibile raggiungere il quorum ai referendum dell'8-9 giugno ma comunque la campagna elettorale sarà un'ottima occasione per dimostrare all'opinione pubblica e a lavoratrici e lavoratori sempre più colpiti dalla crisi e anche dal caro-bollette (altro punto chiave per Schlein) che i Dem hanno come priorità la lotta alla povertà, in costante crescita, e il sostegno ai salari al palo da anni e tra i più bassi d'Europa.

Tanto poi se i referendum falliranno senza raggiungere il quorum, Elly potrà prendersela anche con quelli del suo stesso partito che non faranno campagna elettorale o che addirittura inviteranno a votare NO (o ad andare al mare stile Bettino Craxi), regolando così anche un po' di conti con la minoranza interna riformista (soprattutto quando ci sarà da stilare le liste per le prossime elezioni politiche).

Sul fronte opposto Giorgia Meloni, sempre consigliata ottimamente dalla sorella Arianna, ha compreso la "svolta" politica di Schlein, vera competitor di Fratelli d'Italia (non certo il M5S di Giuseppe Conte), e infatti per l'8 maggio ha convocato i sindacati a Palazzo Chigi aprendo a maggiori risorse per la sicurezza sul lavoro. Non solo, ovviamente il Centrodestra non sarà mai d'accordo con il salario minimo e, anzi, si prepara a dare battaglia cercando di dimostrare che ad esempio in Spagna ha portato a una riduzione di stipendi e salari e che la strada è invece quella della contrattazione aziendale e settoriale, anche per le fasce meno garantite, per aumentare il potere d'acquisto dei cittadini-lavoratori.

Su tutto, poi, c'è sempre la possibilità di ridurre l'aliquota Irpef dal 35 al 33% anche per il ceto medio fino a 50 o addirittura 60 mila euro lordi l'anno (come chiede in particolare Forza Italia) dopo aver sostenuto i redditi più bassi. Un provvedimenti che, conti pubblici permettendo, potrebbe arrivare già in estate per entrare in vigore a settembre senza aspettare la prossima Legge di Bilancio e quindi gennaio 2026.

Insomma, dopo le lunghissime battaglie sul fronte internazionale (che comunque continueranno), vedi soprattutto dazi Usa con il viaggio di Meloni alla Casa Bianca da Donald Trump e piano di riarmo europeo di Ursula von der Leyen che ha spaccato sia la maggioranza sia le opposizioni (e lo stesso Pd), ora la sfida politica si sposta più su temi nazionali e in particolare economici. Che sono quelli che toccano la carne viva delle persone. E non è un caso visto i tanti appuntamenti elettorali che si avvicinano.

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