Politica
Meloni dalle vacanze lavora su Ucraina, Gaza, Regionali e altro. La più vicina a Trump ma sempre nella cornice Ue
La strategia (non solo in politica estera) della premier

Giorgia Meloni
Meloni vuole sempre apparire come la più affidabile all’alleato Trump senza però mollare la cornice europea
La telefonata di Donald Trump a Giorgia Meloni è arrivata e la proposta era di quelle non rifiutabili: ospitare a Roma lo storico vertice Trump-Putin, forse allargato persino a Zelensky. Nemmeno il tempo di ipotizzare la soluzione del Vaticano o quella di Pratica di Mare, già familiare a Putin fin dai tempi del vertice con George Bush officiato da Silvio Berlusconi nel 2002, che lo zar faceva sapere alla Casa Bianca che non avrebbe mai accettato di giocare la partita in quei Paesi Ue - Italia compresa - che dal primo giorno si sono schierati con Kiev.
E così il vertice di Ferragosto si svolgerà in Alaska, al momento con il solo Putin e senza Zelensky (anche se non è esclusa una partecipazione del presidente ucraino), mentre l’Italia lavora con i partner europei a una controproposta che prevede il cessate il fuoco e garanzie di sicurezza solide per l’Ucraina. La strada è ancora in salita e Meloni la percorre con la consueta abilità di apparire la più affidabile all’alleato Trump senza però mollare la cornice europea.
Lo stesso fa sulla partita di Gaza, su cui la nostra Aeronautica ha lanciato tonnellate di aiuti proprio mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani dichiarava a nome del governo la netta contrarietà all’occupazione israeliana della Striscia.
Insomma, i pochi giorni di pausa che la premier si sta prendendo tra le isole greche e - più avanti - la Puglia, saranno all’insegna di continui contatti con i leader sulle due grandi crisi geopolitiche in atto. Nel frattempo, Meloni si predispone a chiudere la pratica delle candidature alle regionali d’autunno non appena sarà rientrata nella Capitale.
Salvini non smette di rivendicare il Veneto, l’unica partita ancora aperta insieme alla Campania che però nessuno, ai vertici del Centrodestra, reputa realmente contendibile dopo l’accordo Schlein-De Luca a sostegno di Roberto Fico.
Sullo sfondo Meloni fa quadrato a difesa dei suoi ministri sul caso Almasri, tira dritta sulla riforma della giustizia e pensa a come tenere vivo il premierato tanto caro alla destra di governo. Tutti dossier su cui la premier lavora sempre consigliata dalla sorella Arianna, per dipanare le matasse d’autunno e preparare la campagna elettorale per il suo secondo, storico, mandato.
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