Palazzi & potere
Altro che la UE, i problemi stanno in Italia
Inutile prendersela con Bruxelles quando in Italia non funzionano nemmeno i pullman
Chi deve attraversare Roma spostandosi con i mezzi pubblici tutti i giorni sa che probabilmente arriverà in ritardo, affaticato come se abbia lavorato già mezza giornata e, per chi lo fa tutti i giorni, il nervosismo e l’esaurimento alla fine è quasi inevitabile. Roba da pazzi, mi viene da dire ascoltando le storie epiche di chi si trova imbottigliato nel traffico della capitale o di chi trascorre la maggior parte del proprio tempo libero per raggiungere il proprio posto di lavoro. La soluzione? Per la maggior parte dei ragazzi la risposta è senz’altro: “a Roma l’unico modo per sopravvivere al traffico è viaggiare in scooter.” Non scherziamo però. A Roma deve esserci un trasporto pubblico adeguato alla capitale d’Italia per i cittadini di tutte le età. Ma come recentemente ha riportato il Corriere della Sera la situazione è questa: a Roma circolano poco più di 1000 autobus su 2500, a disposizione di una massa di utenti il cui 40% viaggia regolarmente non paga il biglietto. L’anarchia senza controllo. Se penso a Milano, il trasporto pubblico è stato il fiore all’occhiello durante il semestre di Expo con un potenziamento delle frequenze e dei mezzi nelle ore diurne ma anche con la possibilità di viaggiare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, a bordo dei mezzi pubblici. Torino, malgrado l’esigenza di razionalizzazione dei costi sia sempre all’ordine del giorno, non ha fatto mai mancare un piano di potenziamento alternativo efficace. A tal proposito, molto carina soprattutto per i ragazzi che escono la sera è Night Buster il servizio sicuro ed ecologico per spostarsi di notte con veicoli videosorvegliati, a metano. Ogni venerdì, sabato e nei prefestivi i bus di tutte le linee notturne, con passaggi ogni ora, ti portano dai capilinea periferici al capolinea centrale in piazza Vittorio Veneto con fermate nelle vicinanze dei principali locali notturni. Tutto questo, mentre a Londra hanno annunciato la diffusione di 51 autobus elettrici a un piano, che si aggiunge ad altri 22 bus elettrici e che diventeranno 300 entro il 2020. Roma invece è inchiodata alle promesse elettorali della costruzione di una funivia piuttosto che del prolungamento della Metro A o del progetto del tram ad est della Capitale. Forse sarebbe più utile potenziare le strutture che già ci sono magari con una più efficace manutenzione. I denari potrebbero essere recuperati gestendo in modo migliore il controllo di chi ora non timbra i biglietti, si potrebbero sviluppare sinergie promozionali con privati più facoltosi, anche stranieri. E perché no, per usare il termine oggi molto in voga dello sharing, si potrebbero condividere le migliori soluzioni applicate alle altre città dove il trasporto pubblico funziona. Urge tempismo. Ai posteri, ma non troppo si spera, l’ardua sentenza.
TIZIANA ROCCA