Palazzi & potere
Crisi bancarie: chi salva le banche, salva i delinquenti!
Crisi bancarie: le banche invece di essere fatte fallire come accadrebbe a qualsiasi altra società, vengono salvate di regola da soldi pubblici
L'appunto, scrive Libero, è firmato dal procuratore della Repubblica di Vicenza, Antonio Cappelleri, e destinato al presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, Pier Ferdinando Casini. «Allo stato», scrive il magistrato che si occupa delle vicende della Banca Popolare di Vicenza, «non esiste una notizia di un reato di bancarotta conseguente allo stato di insolvenza della Banca Popolare di Vicenza, in quanto non è stata dichiarata (dal Tribunale Civile e con sentenza) una tale situazione che è presupposto giuridico della configurazione del delitto».
Perché a pagare non sono mai i manager che hanno portato gli istituti in quella condizione di dissesto?
Una delle risposte possibili è molto semplice: perché le banche invece di essere fatte fallire come accadrebbe a qualsiasi altra società, vengono salvate di regola da soldi pubblici. Senza fallimento è un po' complicato contestare a chiunque la bancarotta fraudolenta, e perseguire davvero chi viene individuato come responsabile.
Le banche non si fanno fallire con la scusa di proteggere i risparmiatori e i loro depositi, ma l'argomento non regge: esiste il fondo interbancario di garanzia a proteggere i depositi, e il fallimento non danneggerebbe i clienti, ma aiuterebbe a perseguire chi ha fatto disastri.