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Palazzi & potere
Il Pd contro Conte: come al solito difende i 5Stelle

Il prossimo passaggio dovrebbe essere, a detta dei pontieri di centro-destra, il via libera di Forza Italia alla manovra di bilanco: atto eminentemente politico ma che non e' detto Berlusconi voglia, pena l'irredimibile spaccatura dei  gruppi di Forza Italia, a cominciare dal Senato. Già, perché come rivela in un informatissimo retroscena Italia Oggi, per la prima volta nella sua storia al di là delle apparenze non tutto il partito è compatto al seguito del cavaliere: "Sono molti che ormai ragionano solo sulla base dei propri interessi", spiegano dal partito. Insomma più che il bene nazionale o del partito prevale la necessità di mantenere il seggio e soprattutto quella di essere rieletti, magari tra le fila della Lega o di Fratelli d'Italia".  Ecco perché dopo l'approvazione dello scostamento di bilancio anche in Forza Italia c'è stata una brusca frenata. Perché un ulteriore passaggio, soprattutto nelle intenzioni di Iv e di alcuni Dem, dovrebbe essere quello di un travaso di alcuni parlamentari centristi o azzurri verso la maggioranza. Ma solo dopo le comunali del prossimo anno, spiegano fonti parlamentari vicinissime al dossier:  le "grandi manovre" partiranno dopo le elezioni comunali perché così non sarà più possibile spaccare il centro-destra e soprattutto perché inizierà il semestre bianco e quindi non sarà più possibile andare ad elezioni anticipate. Anche Bettini ha ben presente la data di inizio del semestre bianco. Ma fino a quel momento, spiegano parlamentare di lungo corso, ci saranno tante chiacchiere e solo pochi fatti. Annusamenti reciproci ma niente di più. Per questo Conte ancora per qualche mese potrà tirare a campare. "Quanto accaduto la scorsa settimana sullo scostamento di bilancio è importante, ma la traversata è ancora lunga e difficoltosa. Vediamo come andrà la manovra, se ci sarà un contributo di Forza Italia sarà un atto politicamente impegnativo. Ma comunque sarebbe una cosa per il prossimo anno" spiegano in transatlantico. Stessa cosa per un eventuale rimpasto: "Prima bisognerà chiudere i tavoli su riforme e programma (e la manovra) poi eventualmente ci si potrà ragionare sopra". "Il rimpasto? Ovvio che c'è molta gente che lo vuole per gestire più da vicino i soldi che arriveranno da Bruxelles ma al momento è troppo rischioso. Un conto è fare un'operazione chirurgica, facendo entrare in consiglio dei ministri Orlando o Zingaretti. Ma il problema è che se fai entrare Orlando poi vuole entrare Delrio, per fare entrare Delrio devi mandare a casa altri ministri innescando così un effetto domino e un'inevitabile resa dei conti tra partiti e correnti dello stesso partito. Renzi poi vorrebbe più posti ma i 5 Stelle si metterebbero di traverso...Insomma si rischierebbe di scoperchiare il vaso di Pandora". Difficile anche un eventuale governo di larghe intese: "Per prima cosa il capo dello Stato Mattarella non aprirebbe mai una crisi senza un'alternativa già pronta", come fu nel caso di Letta e Renzi nel 2014. "Poi, a quel punto dovrebbe essere un governo dei migliori contenente anche personalità fuori dai partiti." E sapete che vuol dire questo? Che se metti uno come Mario Draghi i partiti non avranno più voce in capitolo nè sulla Presidenza del Consiglio nè sulla scelta dei singoli ministri. Ecco perché Draghi non arriverà mai a Palazzo Chigi salvo pesantissime e terrificanti catastrofi economico-finanziarie.

Nel frattempo, sul Mes si prepara la prossima bufera politica. Il Pd non vuole rinunciarci, 5 Stelle non vuole utilizzarlo. Si andrà sicuramente ad una rottura che con difficoltà sarà poi ricucita. Anche perchè dal Nazareno sono rimasti senza parole quando hanno letto Conte (nell'intervista poi semismentita al Corriere) bocciare proprio l'utilizzo del prestito sanitario. "Come al solito, nei momenti di difficoltà, Conte sta coi 5 Stelle. Ma quale Presidente di garanzia...", sibila un dirigente Dem. Lo scontro, come sempre, è appena iniziato.

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