Infantilismo e mancanza di gravitas delle classi dirigenti: il caso Renzi - Affaritaliani.it

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Infantilismo e mancanza di gravitas delle classi dirigenti: il caso Renzi

Infantilismo e mancanza di gravitas delle classi dirigenti. Il caso Renzi: selfie coatti, attività da stalker alle Olimpiadi, e faccia improvvisamente solenne e compunta nelle “grandi occasioni”…

Diciamolo subito. La questione non riguarda solo Matteo Renzi, ma una serie di leader che - in diversi Paesi del mondo - hanno scelto la via dell’intrattenimento (e/o della provocazione rumorosa) per arrivare al successo o per cercare di mantenerlo.

La politologia si sta esercitando nell’individuazione di diversi “schemi” e “tipologie”: da un lato, il populismo proprio delle opposizioni estreme; dall’altro, il populismo di governo di leader che, pur da posizioni di potere, cercano comunque di mantenere un approccio da campagna elettorale permanente; e così via.

Il sistema dei media fa il resto, con un dilemma pressoché non risolvibile, una specie di “Comma 22” (Ricordate il romanzo di Heller? “Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo…”): in questo caso, sul terreno della politica, se vuoi “sfondare” il muro del silenzio mediatico, devi fare casino e spararla grossa; se però fai casino e la spari grossa, perdi credibilità.

Renzi conosce bene questo meccanismo: ne è stato a lungo premiato, e ora ne viene inesorabilmente punito.

Di suo, però, Renzi aggiunge una speciale forma di mancanza di “gravitas”, una inarrestabile deriva da infantilizzazione della politica. Pensate solo a queste settimane olimpiche: tra selfie coatti con gli atleti, approccio da stalker con i campioni prima e dopo la gara (incurante – spesso – di un influsso non positivo dei suoi incoraggiamenti e pronostici…), appuntamenti pubblici renziani spostati di orario per evitare sovrapposizioni con l’uno o l’altro torneo olimpico. Tutte cose da candidato alle elezioni scolastiche in un liceo, in un tentativo ossessivo di essere o di apparire “come” gli elettori.

Ma quando il “mood” del Paese è cupo, perché l’economia non va, perché paure e preoccupazioni danno il tono all’umore del Paese, tutto ciò diventa fastidioso.

E ogni improvviso cambio di atteggiamento (ieri la faccia compunta e solenne delle grandi occasioni a Ventotene) rende tutto ancora più privo di gravitas. Ancora più inadeguato e - in ultima analisi - ridicolo.
 

Daniele Capezzone
Deputato Conservatori e Riformisti
d.capezzone@gmail.com
@capezzone