Renzi e quegli inutili azzardi: il rischio amministrative - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Renzi e quegli inutili azzardi: il rischio amministrative

A Montecitorio si è aperta la partita più delicata e impegnativa sul piano strettamente politico. L'uomo del Nazareno ha calato la sua carta, una sorta di Jolly, che darebbe al Pd la forza di aggregare uno schieramento in grado di conquistare la gran parte dei collegi uninominali previsti dalla nuova legge elettorale.

Puntuale è arrivato l'assist di Giuliano Pisapia, disponibile a trattare sulla base della proposta renziana. Non si capisce se questa disponibilità dovrebbe consistere in un aggregato di civismo e "nouvelle gauche", oppure in un rivestimento sottile del tradizionale blocco rosso-verde ideato a suo tempo da Vendola (SeL), con l'aggiunta ora dei progressisti di Bersani e D'Alema.

Tuttavia, l'insidia di Pisapia consiste nel cenno ripetuto e insistito al nuovo Ulivo. Non a caso. Infatti la pretesa di Renzi di mettere tutti con le spalle al muro, minacciando sottobanco il ricorso anticipato alle urne, con o senza la modifica del sistema elettorale, logora più del necessario il rapporto con la pubblica opinione. Chi parla di Ulivo evoca un progetto di inclusione, un qualcosa cioè che lascia in fondo trasparire, dal versante progressista, l'impegno a unire il Paese.

Renzi non ci riesce. Il suo punto debole è che ormai le sue mosse sono tutte percepite come veicolo strumentale di un'operazione di sostanziale accaparramento del potere (magico-gigliato). In un tempo di pregiudizi anti-establishment - vedi caso Trump - questa attitudine a una pirateria ammantata di politica non piace. Al contrario, il garbo e il distacco di Pisapia possono piacere, almeno nel mondo un po' disperso e confuso del centro sinistra.

Di questo passo, con il perenne azzardo rappresentato dal renzismo, ogni colpo di scena sembra possibile. Anche quello di un verdetto negativo per il Pd alle prossime amministrative e la caduta di credibilità, forse irrecuperabile, del giovane ex presidente del consiglio.