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Politica
Pd, Bettini: "Una segretaria donna? Bene, ma va decisa la linea politica"
Goffedo Bettini (a destra) con Giuseppe Conte

Primarie, Bettini bacchetta il Pd: "Basta discutere, serve una linea politica che faccia sintesi delle varie anime"

Una emorragia ha investito il Partito Democratico, a partire dalle ultime politiche. Una perdita di voti e preferenze che tuttavia, stando agli ultimi sondaggi, ha avuto un leggero freno negli ultimi giorni, ma non così tanto far esaltare gli animi. E mentre l’elettorato di sinistra tendenzialmente - a livello generale - continua a preferire il Movimento 5 Stelle, i dem sono stati impegnati a discutere se fosse opportuno far votare online i cittadini durante le prossime primarie, ri-programmate per il 26 febbraio.

Certo, una discussione contemporanea ma priva di contenuti politici, che dovrebbero essere il miele da usare per far tornare l’elettorato di centrosinistra nell’ovile dem. Goffredo Bettini, uno degli ideatori del Partito Democratico, nonché fautore del campo largo, fa il punto della situazione su quello che oggi è - o probabilmente dovrebbe essere - il principale partito di sinistra e sulle prossime primarie. Senza dare una sua preferenza, anche se non gli dispiacerebbe avere una donna alla guida del Partito Democratico.

Nel corso degli anni il Partito Democratico ha avuto diverse anime e diversi cambiamenti. Ma oggi che cos’è il Pd?

“È un importante partito democratico che sicuramente ha governato meglio, quando ha governato, della Destra. Rappresenta un pilastro della democrazia italiana e ha, nei momenti di crisi, anche salvato anche dalla bancarotta la Repubblica. Però è un partito che, prevalentemente, ha svolto nel corso di questi anni una funzione di governo e dal governo, come dico io, non si riesce a vedere bene la Terra, cioè la microvita delle persone. E questo dirigismo dall’alto, che una volta D’Alema chiamò in forma autocritica il riformismo dall’alto, ci ha fatto perdere troppo i contatti con la vita. È diventato quindi un partito un po’ elitario troppo distante, per essere un partito di Sinistra, dal popolo. Il popolo se ne è andato in varie direzioni: verso il populismo, adesso verso i Cinquestelle ma anche verso la Meloni. Il nostro compiuto è riconquistare, attraverso l’innovazione delle nostre radici, quel popolo che abbiamo perso. Certo, non è più il popolo di un tempo. C’è stato un mutamento persino antropologico. Ma senza il popolo non esiste la sinistra”. 

Per il 26 febbraio sono in calendario le Primarie del Pd, ed Elly Schlein ha proposto il voto online. Un’idea molto contestata, ma alla fine è stato raggiunto un compromesso. La proposta è stata così contrastata perché temevano che il voto online avrebbe richiamato più giovani a votare, il maggior bacino d’utenza della Schlein?

“Io ho apprezzato lo sforzo di allargare la platea delle persone, dei cittadini, che possono votare. Però siamo in corso d’opera, è già iniziata la fase del dibattito congressuale e se si cambiano le regole del gioco, bisogna essere tutti d’accordo. C’è stata una posizione di Bonaccini contraria e quindi era giusto trovare un compromesso che andasse bene a tutti. Detto questo, voglio dire con chiarezza una cosa: basta discutere dei tempi del Congresso, di come si fa il Congresso, come si vota e di tutte quelle questioni interne che interessano pochissimi cittadini italiani. È giusto mettere al centro del Congresso le proprie proposte per l’Italia, perché se ci può essere un interesse nel Congresso del Pd, nel dibattito nazionale, questo interesse non deriva da come votiamo, ma deriva da su cosa votiamo e chi prevale in questo conflitto”.

Prima ha accennato al fatto che dovrebbe servire una sorta di rivoluzione per cambiare il Pd di oggi. Ma vedendo i candidati che sono in corsa alle Primarie, non sembra che ci sia una innovazione

“Per certi aspetti le candidature, almeno sul piano dell’ambizione della direzione politica, hanno una storia. Bonaccini ha una storia lunghissima anche a livello nazionale, però si è caratterizzato più come un uomo di governo del territorio; la Schelin è del tutto nuova; Cuperlo no, però ha rappresentato sempre l’opposizione e quindi non si può dire che abbia una direzione diretta del Partito particolarmente lunga; la De Micheli anche. Quindi, un certo rimescolamento di carte c’è. Però io ritengo che al di là degli aspetti generazionali, cioè di cambiare facce o meno, il tema rimane quello politico. Nel Partito Democratico ci sono due anime: una tendenzialmente apologetica dello sviluppo così com’è, che va migliorato, cambiato; l’altra invece critica. Bisogna scegliere qual è la collocazione del Pd. Io penso che oggi servano posizioni critiche, perché lo sviluppo attuale, e anche il processo di globalizzazione attuale, hanno sicuramente tante frecce al suo arco, ma determinano anche forme e modi di disuguaglianza e una certa perdita di senso della vita. Non solo di chi sta male economicamente, ma di chi fa fatica a vivere in una società molto egoista, molto individualista e frammentata. C’è una certa perdita di senso”. 

Oggi al Governo c’è il Centrodestra, ma la forza della Meloni risiede nella debolezza del Pd?

“Bisogna parlare di temi che riguardano il popolo. Certo, hanno preso un elettorato tradizionalmente o potenzialmente a sinistra, cioè lavoratori, redditi bassi. Ma d’altra parte, giustamente il popolo, se non gli dà una risposta la sinistra e anche le procedure della politica democratica, va a cercare le risposte, con una scorciatoia, in chi promette cose che poi non realizza. Basta guardare la questione delle accise sulla benzina. Penso che il popolo si accorgerà presto che sono promesse che non si realizzano. Alla fine, la Destra è brava a fare l’opposizione, a denunciare i problemi. Poi, quando si tratta di costruire le soluzioni, è sempre molto complesso”.

Chi voterà alle Primarie?

“Io l’ho detto: ho scritto il mio ultimo libro ("A sinistra da capo", Ed. Paper First, 304 pagine, 18 euro), che sta suscitando un bel dibattito e questo è il mio ruolo nel Congresso. Io offro a tutti i candidati questi contenuti”.

Però le piacerebbe una donna alla guida del Pd?

“Senz’altro, ma soprattutto mi piacerebbe vedere una linea politica. Ancora devo verificare bene tutti i candidati”.
 

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