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Politica
Pontida, Lega di lotta e di governo. Ma Salvini non farà cadere Meloni. Inside
Matteo Salvini a Pontida 

Pontida, le anticipazioni sul raduno della Lega di domenica

 

Torna la Lega di lotta e di governo di bossiana memoria. Sullo storico prato di Pontida questa domenica Matteo Salvini riunisce il Carroccio in una edizione che si preannuncia dai numeri record, con la presenza della leader della destra francese Marine Le Pen. Il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Inffrastrutture - assicurano fonti qualificate della Lega e molto vicine al segretario - non ha alcuna intenzione di ripetere lo schema del 2019, quando, otttenuto il botto alle Europee, fece cadere il Conte I. 

La conferma arriva da un fedelissimo di Salvini, il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, che, rispondendo alla domanda di Affaritaliani.it se esista l'ipotesi che la Lega lasci governo e maggioranza sulla questione dei migranti, risponde in modo netto: "Assolutamente no. Non esiste questa ipotesi perché stiamo lavorando insieme agli alleati su tutti i fronti. Dopo il Decreto Cutro, il ministro Piantedosi sta lavorando a un nuovo decreto per accelerare le espulsioni degli irregolari e in più c'è la questione dei minori non accompagnati che pesa moltissimo sui bilanci dei comuni. Noi - spiega Molinari - siamo sempre stati contro l'accoglienza diffusa e stiamo lavorando per implementare i Cpr in grandi centri, proprio per superare l'accoglienza diffusa che non funziona. La Lega ha le sue idee condivise che sono un patrimonio dell'intera coalizione. L'ipotesi di un'uscita dal governo e dalla maggioranza non esiste nella maniera più assoluta", conclude il presidente dei deputati della Lega.

Ma al tempo stesso Salvini darà battaglia. Prima di tutto sul tema dei migranti. Ovviamente, essendo vicepremier, non può criticare apertamente Giorgia Meloni come ha fatto Andrea Crippa su Affaritaliani.it, ma, concentrandosi sull'assenza totale dell'Europa velatamente farà capire che la strategia della diplomazia (con i tanti viaggi a Tunisi) fin qui adottata dalla premier non ha prodotto i risultati sperati (come è sotto gli occhi di tutti). E infatti il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha evocato l'utilizzo della Marina Militare per contrastare gli sbarchi ed è pronto a portare in Cdm i suoi famosi decreti del 2018 poi cancellati dal Conte II (M5S-Pd). Salvini sa perfettamente, pur senza rompere e quindi senza esagerare, che sul tema dell'immigrazione, alzando i toni, può tornare a crescere e ottenere un buon risultato alle elezioni europee per poi farlo pesare nell'azione e nelle scelte del governo.

D'altronde, al momento, con i sondaggi che danno la Lega intorno al 10 e Fratelli d'Itallia al 28-29%, a Salvini non conviene certo far cadere il governo e andare al voto, anche perché - a differenza dell'esecutivo giallo-verde che nacque con un contratto e una trattativa durata molte settimane tra due partiti che si erano presentati da avversari alle urne - il governo attuale è figlio di un patto elettorale davanti agli italiani (e gli elettori non capirebbero una crisi politica in una fase così difficile per il Paese, soprattutto dal punto di vista economico). 

Poi c'è il tema delle alleanze europee. Come ha affermato ad Affaritaliani.it, Salvini vuole scongiurare un nuovo accordo Popolari - Socialisti e qui nel mirino finiranno Antonio Tajani e Forza Italia per il loro veto a Le Pen. Ma anche la stessa Meloni che sulla leader della destra francese non si è mai espressa in modo chiaro ed è rimasta sempre molto fredda parlando di accordo tra Popolari e Conservatori. L'attacco all'Europa poi prenderà di mira la presidente della Bce Lagarde per l'ennesimo rialzo dei tassi di interesse e per le critiche alla tassa sugli extra-profitti delle banche. Nel mirino ovviamente anche Paolo Gentiloni, reo, da uomo del Pd, di non fare l'interesse dell'Italia e di lavorare contro il governo.

Poi ci sono i temi economici con la Legge di Bilancio che si avvicina. La manovra per il 2024 sarà complessa e difficile e su questo tema Salvini ha un po' le mani legate visto che il ministro dell'Economia, che ha come compito principale la tenuta dei conti pubblici, si chiama Giancarlo Giorgetti ed è anche il vicesegretario della Lega. Ci saranno rivendicazioni, come Quota 41 per tutti entro fine legislatura e il rilancio dell'obiettivo della flat tax per tutti prima delle prossime elezioni. Ma sulla manovra Salvini sa che non potrà accelerare troppo.

Ci sono poi i temi della sicurezza e quindi i provvedimenti per tutelare le forze dell'ordine e contrastare il crescente numero di reati, non solo da parte degli extracomunitari. E infine, ovviamente, i temi più strettamente legati al suo dicastero. La promessa del Ponte sullo Stretto, il Ponte degli italiani (come dice Salvini), che si farà e porterà migliaia di posti di lavoro e lo sblocco dei cantieri in tutta Italia da Nord a Sud con il nuovo codice degli appalti da rivendicare. Infine, essendo a Pontida, culla del Nord ex padano, non mancherò un passaggio forte sulla autonomia differenziata da raggiungere e approvare in Parlamento in modo che sia già operativa nel 2024, in particolare per Veneto (Luca Zaia scalpita) e per la Lombardia. Lega di lotta e di governo, come diceva Bossi. Ma niente schema 2018 con Di Maio e la caduta del Conte I.

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